Allevava i maiali e i loro piccoli tra buste di plastica e rifiuti. Molti di questi, classificati come “pericolosi”, arrivavano direttamente – stando almeno ai contenitori sparsi nella porcilaia e ritrovati dalla Polizia metropolitana e dal Corpo forestale – dall’ospedale Brotzu. Gli investigatori impegnati da tempo nell’indagine hanno sequestrato quattoridici involucri. Neri, di plastica, con impressa la scritta “Rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo”. Pare che l'allevatore 80enne, Francesco Setti, arrestato nei giorni scorsi con suo figlio Walter, andasse a prenderli direttamente nella zona di stoccaggio dell’ospedale San Michele dell’azienda Brotzu, per poi distribuirli, insieme ad altri rifiuti organici e alimenti vari, nella porcilaia come cibo per i maiali. Per i suoi 36 maiali e decine di lattonzoli messi sotto sequestro dalla Polizia metropolitana che nei giorni scorsi ha sistemato i sigilli all’azienda.

Il blitz

È proprio nell’ambito dell’idagine sui rifiuti speciali che l’altra mattina, durante un blitz nell’azienda di Pirri non lontano dalla statale 554, che i Setti, padre e figlio, sono finiti nei guai per la detenzione di grammi di infiorescenze di marijuana. I cani del nucleo cinofili della Guardia di finanza, coinvolti nell’operazione, hanno fiutato gli stupefacenti nascosti dietro un freezer e custoditi in due buste perfettamente chiuse. Non sufficientemente sigillate, però, da tradire il fiuto straordinario dei cani delle Fiamme Gialle. I due allevatori, difesi dall’avvocato Mauro Massa per la detenzione della droga, sono stati entrambi arrestati ma mentre Francesco Setti è finito ai domiciliari anche per i suoi precedenti, suo figlio Walter, di 31 anni, è stato rimesso in libertà dal giudice. Ieri, durante l’udienza, su richiesta di Massa, il Giudice ha disposto un’analisi accurata sulla qualità degli stupefacenti e il processo è stato rinviato al 13 settembre.

I controlli

Insomma, la marijuana non era certo l’obiettivo principale dell’indagine coordinata dal pubblico ministero Rita Cariello sui rifiuti prelevati al Brotzu e portata avanti parallelamente dalla Polizia Locale di Cagliari e dall’ex polizia Provinciale (entrambe guidata dal Comandante Guido Calzia) e dal Nucleo Investigativo del Corpo forestale (coordinato dal commissario Fabrizio Madeddu). Obiettivo? La gestione illegale e lo smaltimento di rifiuti pericolosi.

La perquisizione

È stata così predisposta una perquisizione nella porcilaia dove c’era la certezza che finissero molti rifiuti raccolti nei cassonetti del Brotzu ma anche nel centro di stoccaggio ospedaliero. Francesco Setti (che oltre ai maiali aveva anche un gregge di pecore col quale diverse volte è entrato all’interno dell’area ospedaliera per far pascolare gli ovini così come nelle zone intorno ai palazzi di Su Planu e Monreale) si introduceva senza alcuna autorizzazione nei depositi dell’ospedale Brotzu – come era stato verificato dagli inquirenti – per prelevare rifiuti organici anche provenienti da reparti infettivi. Per l'allevatore erano cibo gratis per i suoi 36 suini. I Setti sarebbero stati anche filmati dagli inquirenti durante i prelievi. La perquisizione ha confermato le ipotesi investigative. Sparsi sul terreno, nei recinti della porcilaia, i contenitori e le buste di color giallo utilizzati per custodire i rifiuti speciali sanitari.

A. Pi.

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