Trexenta, Natale amaro per i lavoratori del Consorzio di Bonifica
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Rischiano di restare senza lavoro gli avventizi del Consorzio di bonifica della Sardegna meridionale che comprende anche l'intero bacino della Trexenta, considerato l'ex granaio di Roma per via della grande tradizione cerealicola.
E sono proprio gli operai di Senorbì (dove è presente la sede zonale del Consorzio), Guasila, Guamaggiore, Selegas, Suelli e Ortacesus ad aver mosso per primi un problema che sta assumendo i contorni del dramma per numerose famiglie. In Trexenta è nata la vertenza dei sindacati uniti Cgil, Cisl e Uil in difesa dei lavoratori.
Tutto nasce dalla delibera della Giunta regionale (9 agosto 2017) che nomina Maria Giuseppina Cireddu commissario straordinario con il compito di portare a compimento la fusione tra Consorzi di Bonifica della Sardegna meridionale, del Basso Sulcis e del Cixerri.
Un abbraccio che rischia di essere mortale (due consorzi su tre non se la passerebbero in acque tranquille dal punto di vista dei bilanci) per gli avventizi che da anni chiedono la stabilizzazione.
"Non sono state chiarite le intenzioni della Giunta sul personale attualmente in forza ai tre consorzi, oltre agli avventizi inseriti nella dotazione organica come previsto dalla legge regionale del 2008, alcuni dei quali con 30 anni di servizio alle spalle che avrebbero diritto alla definitiva stabilizzazione", scrivono in un documento per la Regione i sindacati. I lavoratori a loro volta hanno inviato una dura protesta scritta a Regione, Coldiretti, Corte dei Conti della Procura e alla presidenza del collegio dei Revisori dei Conti del Consorzio della Sardegna meridionale.
"È incredibile che da 15 anni non si trovano i soldi per stabilizzare gli avventizi sfruttati per ogni tipo di lavoro", attaccano gli operai.