10 ottobre 2016 alle 12:35aggiornato il 10 ottobre 2016 alle 12:45
Successo di pubblico a Maracalagonis, per la sagra de "Sa tomata maresa"
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Un successo oltre ogni previsione. La sagra de "Sa tomata maresa" voluta dalla Pro Loco, laore e Comune, ha fatto regitrare una presenza record di visitatori: una occasione straordinaria non solo per conoscere il pomodoro tipoco locale, ma anche la cucina, l'agroalementare, l'artigianato. Il tutto fra convegni e folk che hanno completato il programma di questa terza edizione della manifestazione maresa. Grande la soddisfazione fra gli organizzatori, grande la soddisfazione fra i visitatori. Il pomodoro di Maracalagonis, conosciuto come "Sa tomata maresa", è stato riconosciuto dalla Regione "Prodotto agroalimentare tradizionale (P.A.T.) tra i prodotti vegetali allo stato naturale o trasformati". Si tratta di una popolazione locale di pomodoro (lycopersicon esculentum Mill.), caratteristica della zona di Maracalagonis e in piccola percentuale nei paesi limitrofi. La pianta si presenta con una vegetazione espansa e con le foglie sottili. Viene coltivata in pieno campo tra marzo e novembre, ma la raccolta avviene da fine maggio. Esistono diversi ecotipi, con frutti di colore rosa/rosso che a maturazione si presentano con una media costolatura all'apice peduncolare e una leggera solcatura nell'intero del frutto. Nell'ecotipo "Piriciolla" la colorazione della buccia è rosso/ violacea (colorazione vinosa), sottile e liscia; la polpa abbondante, granulosa e con pochi semi. La pezzatura è medio/grande con peso tra 200/300 grammi fino ai 500 grammi. Veniva coltivato in località "Su Staini", un luogo asciutto in prossimità di zone umide e spesso salmastre che conferiva un sapore particolarmente marcato. Oggi l'irrigazione viene eseguita col sistema a goccia e in minor misura con il sistema a infiltrazione laterale. Il pomodoro marese viene coltivato anche a Sinnai e Burcei. La coltivazione viene eseguita prima su piccoli appezzamenti per la preparazione del semenzaio ("sa Tuedda") o in contenitori alveolari dedicati. Successivamente avviene il trapianto delle piantine in pieno campo su superfici precedentemente lavorate, in filari con interdistanza tra pianta e pianta di circa 60/70 centimetri per un massimo di 20mila piantine per ettaro. Le piantine essendo a crescita indeterminata, vengono impalcate in apposita struttura in canne e legate ad esse con degli spaghi, "Sa troccia", il che permette alla pianta uno sviluppo in verticale con una migliore aereazione e soleggiamento della vegetazione e degli stessi frutti, con ottimi benefici sanitari e organolettici del prodotto. La produzione media per pianta si aggira intorno dai 6 a 10 chili. Il Pomodoro marese è ottimo per la produzione casalinga del pomodoro secco "tomata siccada" o "pilarda de tomata".
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