Carcere minorile di Quartucciu, la garante: «Sovraffollamento record, il sistema sta implodendo»
Carla Puligheddu denuncia una situazione aggravata dagli effetti distorti del cosiddetto Decreto Caivano, in vigore dal settembre 2023Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Un tasso di affollamento che sfiora il 150%, celle piene oltre ogni limite, spazi educativi ridotti al minimo e una tensione crescente tra le mura dell’Istituto penale per i minorenni di Quartucciu.
A lanciare l’allarme è la Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza, Carla Puligheddu, che denuncia una situazione mai vista prima, aggravata – secondo lei – dagli effetti distorti del cosiddetto Decreto Caivano, in vigore dal settembre 2023.
«Quartucciu è l’IPM più colpito in Italia per sovraffollamento», afferma la Garante, aderendo all’appello promosso da Antigone, Defence for Children Italia e Libera per chiedere un ripensamento radicale del decreto.
«A livello nazionale – spiega – i 17 istituti penali per minori registrano mediamente un incremento di presenze superiore al 55%, ma a Quartucciu il dato è ben peggiore: un sovraccarico strutturale mai sperimentato prima, che rischia di vanificare anni di buone pratiche e di lavoro educativo».
Puligheddu mette in discussione l’impianto stesso del decreto: «Ha favorito in modo sproporzionato un approccio repressivo e punitivo, accantonando l’unico elemento che avrebbe dovuto guidare ogni intervento sulla devianza minorile: l’educazione e la reintegrazione sociale. Oggi il sistema non si adatta più al giovane, ma pretende che sia il giovane ad adattarsi al sistema. E chi non ci riesce resta indietro, escluso, spezzato».
Il grido d’allarme è accompagnato da un forte riconoscimento al lavoro quotidiano svolto da chi opera dentro l’istituto: direttrice, agenti di polizia penitenziaria, educatrice ed educatori, volontarie e volontari, che negli anni hanno cercato di trasformare il carcere minorile di Quartucciu in una comunità educante, nonostante le sbarre.
Ma oggi, sottolinea la Garante, quel modello è in grave pericolo: «La dedizione degli operatori non basta più. Il numero dei ragazzi supera ogni capacità di risposta. E un carcere minorile troppo affollato non rieduca: al contrario, produce altra marginalità».
Il richiamo è dunque politico e urgente: rivedere il Decreto Caivano, evitare che la repressione offuschi il senso stesso della giustizia minorile e restituire centralità a un principio che dovrebbe essere inviolabile: il diritto dei minori a un futuro diverso dal proprio errore.