«Un ragazzino di 14 anni ha bisogno d’aiuto non di essere inserito in un istituto penitenziario, seppure per minori. Non si tratta di buonismo ma di buon senso. Peraltro sarebbe la prima volta, almeno in Sardegna, di un ragazzino in così tenera età all’IPM di Quartucciu». Sono le parole di Maria Grazia Caligaris, dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme ODV”, in riferimento al giovanissimo che qualche giorno fa, a Capoterra, ha accoltellato un 15enne fuori da scuola.

«Ho vissuto la maggior parte della mia vita in un’aula scolastica – aggiunge Caligaris – e purtroppo ho sperimentato personalmente il crescente disagio giovanile e a cosa possa portare la frustrazione. Mi sorprende che, mentre da un lato si riflette e si discute sulla reale utilità del carcere minorile, alla prima occasione lo si ritenga il luogo più idoneo per dare risposte a un drammatico evento peraltro forse maturato in una relazione esasperata di bullismo».

Un’occasione, il grave episodio, per «riflettere sui bisogni delle ragazze e dei ragazzi, sui loro diritti. Sulle loro fragilità e sulle loro scarse speranze e prospettive. Sulla solitudine dei genitori. Sulla necessità di rispondere usando la ragione e la prevenzione. Non possiamo pensare di risolvere i problemi delle nuove generazioni con un giudizio “facile” e lapidario che li punisce dopo averli abbandonati. L’auspicio – conclude Caligaris – è che si possa individuare al più presto una comunità in grado di offrire oggi a questo ragazzo e domani al compagno ferito, non appena sarà in grado, ciò di cui entrambi hanno bisogno affinché possano trovare una risposta ai loro perché».

(Unioneonline/s.s.)

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