«Mi è capitato una di queste sere nella mia quasi quotidiana passeggiata nella pineta di Sinnai, di notare alcune persone che vuotavano  buste contenenti avanzi alimentari e rallegrarsi compiaciuti (convinti di fare del bene agli animali), di poter ammirare da vicino i cinghialetti (ho contato tre scrofe e diciotto piccoli ma intorno se ne sentivano altri esemplari)».

A raccontare l'episodio, è Giorgio Argiolas, componente e referente per la sentieristica  del Gruppo Locale CAI  Gerrei Parteolla Sarrabus della Sezione di Cagliari. Un episodio ormai comune che lo stesso Argiolas condanna, ricordando anche che «il foraggiamento artificiale in favore di alcune specie (in particolare verso i cinghiali) è considerato  reato con sanzioni che prevedono una ammenda da 516 a 2065 euro o l'arresto di due mesi».

«Le motivazioni di questo divieto - dice Argiolas - sono principalmente due: il foraggiamento artificiale comporta delle gravi conseguenze per gli animali; il cibo inappropriato può causare loro gravi problemi di salute a livello gastrointestinale, rischi di avvelenamento, indurre gli stessi ad abbandonare il loro habitat per recarsi presso la fonte del cibo. Molto spesso ciò coincide con il loro avvicinamento ai centri abitati creando rischi sia alle persone che a loro stessi. Il foraggiamento artificiale può essere usato anche come tecnica venatoria, utilizzata da cacciatori e bracconieri sia per la cattura degli stessi  ma spesso per mantenere alta la densità della popolazione animale in quanto il foraggiamento artificiale degli animali selvatici favorisce la loro riproduzione in maniera incontrollata».

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