Una puzza di plastica bruciata, con l’aria irrespirabile, che si propagava per le vie del centro cittadino. Accade a Sestu. Tante le segnalazioni soprattutto su Facebook, negli ultimi giorni ,  ma ce ne sono state anche settimane o mesi fa. «Abito in via Costantino Imperatore, e ho sentito un fortissimo odore di bruciato», racconta Ruben Bernardino, «ed è chiaramente un odore di plastica che brucia».

A parecchia distanza, quasi dall’altra parte della cittadina, Aldo Manunza spiega: «Mi trovavo nella zona del campo sportivo, quindi vicino a corso Italia, e ho visto il fumo. L’odore era inconfondibile». C’è anche chi racconta di aver avuto attacchi di asma, e la plastica bruciata è tossica. Sprigiona diossine e tossine, che hanno effetti letali sull’uomo e sull’ambiente, e lasciano contaminazioni molecolari sul terreno che rimangono per anni, e decenni.

Tra i cittadini scatta l’indagine sui possibili autori, puntando il dito sulle campagne, nella zona di Su Stentu, forse persone che non pagano la Tari, e si disfano dei rifiuti col fai da te. Secondo qualcuno il nome degli autori, o dell’autore, sarebbe il classico segreto che tutti conoscono.

Eppure la Polizia Locale, ufficialmente, non ne sa nulla: «Non ci è pervenuta nessuna segnalazione o denuncia», spiega il capitano Giogio Desogus, «voglio ricordare che le segnalazioni vanno fatte telefonando al nostro numero, venendo nella nostra sede, non solo su Facebook».

Ma la legge resta chiara: «Incendi di stoppie sono consentiti d’inverno e non d’estate, e bruciare la plastica non è mai consentito. La sanzione può arrivare fino a 3200 euro». La Polizia in passato ha anche elevato contravvenzioni, e l’attività investigativa si svolge nelle campagne, anche con la collaborazione di Barracelli o Forestale.

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