Una vita per donare. Almeno due volte all’anno quell’appuntamento con il lettino e l’ago, poi una buona colazione al sapore di riconoscenza, non lo hanno mai mancato.  L’Avis ha festeggiato i donatori “da primato” con una grande festa e la sede di Sestu ha ospitato quelle dei Comuni vicini a Casa Ofelia, in occasione della Giornata del Donatore. Sestu conta tanti grandi donatori di sangue, e spiccano in particolare Giuliana Farris, 46 anni, con 43 donazioni, Francesco Meloni, 36 anni, con 56 donazioni, e poi, come un premio alla carriera, Francesco Letizia, 70 anni, che ha donato in tutta la sua vita il sangue 118 volte.

Per i donatori esordienti c’era una spilla di rame, mentre i veterani ne hanno ricevute d’oro e d’argento, decine i premi contando anche quelli degli altri Comuni.

«La prima volta? Ero a scuola, avevo appena compiuto 18 anni, quando passò l’autoemoteca», ricorda Meloni; «ho ascoltato i volontari e ho subito pensato di donare. Di certo noi donatori non siamo eroi», dice con un po’ di pudore, appena ritirato il suo attestato, «ma fa piacere un riconoscimento. Io non ho mai mancato un appuntamento, e per fortuna non ho nemmeno paura degli aghi. Ma se ne avete, basta girarsi», consiglia sorridendo.

Felice e un po’ timida anche Farris: «alla notizia del premio sono rimasta intimidita perché ho un carattere riservato, ma sono contenta. Spero che lo faranno sempre più persone. Io pure ho iniziato appena possibile a 18 anni, dopo aver visto l’autoemoteca e averne sentito parlare a scuola. E non ho mai smesso, sento di fare un gesto importante».

Si respirava entusiasmo nelle sale di Casa Ofelia, sulle note della musica dell’Italian Trio, invitato per l’occasione: «ho iniziato nel 1975», ricorda il decano dei donatori, Francesco Letizia; «allora abitavo a Carbonia. La mia famiglia non era ricca, volevo fare qualcosa per gli altri. Me lo hanno insegnato. E donare sangue è uno dei gesti più belli. Puoi salvare una vita, non costa nulla, inoltre chissà, in futuro potrebbe servire a noi». La sfida più importante? «Sicuramente la costanza», continua Letizia, «molti non superano una donazione all’anno, non giudico, ci possono essere mille motivi. Io ho cercato pure di fare informazione, parlare con i ragazzi, organizzare convegni. Per l’età ho dovuto smettere di donare, ma resto come volontario».

Tutti possono donare il sangue a patto di raggiungere requisiti minimi di età, salute e peso. Possono farlo le persone con tatuaggi, e persino i portatori sani di talassemia, dopo degli esami. L’Avis sestese ha 800 soci, un numero più che buono: «guardiamo al futuro con un timido ottimismo», dice il segretario Alessandro Spiga, «ma continuate a donare anche d’estate: il bisogno di sangue non va in vacanza».

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