Un piccolo nuraghe si erge al centro del paese, accanto alla parrocchia di San Teodoro: è questa una delle prime immagini che il visitatore di Siurgus Donigala può cogliere al suo arrivo. Domenica 19 dicembre, saranno tanti invece i punti di vista dai quali potrà essere osservata e scoperta Siurgus Donigala, grazie alla manifestazione di Saboris Antigus al suo quarto appuntamento dopo il successo di Gergei, Selegas e Serri. 

Il doppio nome del paese si spiega così: fino al 1927 erano due paesi, che vennero poi unificati da Vittorio Emanuele III. Oggi il borgo è popolato da duemila abitanti e si specchia nello splendido scenario del lago Mulargia. È qui che si possono praticare escursioni in bici, a cavallo, in canoa, sul battello o col Trenino Verde. Il territorio è ricchissimo di testimonianze archeologiche.

Sono circa 40 i nuraghi conosciuti, e il più importante è Su Nuraxi, proprio quello che si può notare nel pieno centro abitato. Il borgo si è sviluppato infatti attorno al villaggio nuragico che oggi sorge al centro del paese, con una continuità abitativa lunga più di 3500 anni. Al confine con il Gerrei si trovano invece il complesso nuragico di monte Nuxi, il nuraghe Ega, con un villaggio abitato fino a epoca bizantina e il nuraghe Erra. Queste bellezze archeologiche, insieme alle antiche ricette, le chiese e il centro storico, i laboratori e il fascino delle leggende saranno declinate durante la giornata di domenica di Saboris Antigus. 

Si inizia alle 9 nella Chiesa di Santa Maria con l’inaugurazione della mostra di oggetti sacri e rappresentazione delle tradizioni religiose di tutti i Santi venerati e festeggiati in paese, animata dall’associazione culturale “La Corale” di Siurgus Donigala. La giornata entra nel vivo con l’apertura degli stand espositivi nelle vie del centro storico e l’apertura delle case con punti di distribuzione di piatti e prodotti tipici della tradizione: pane e pasta, salumi e altri insaccati dalle carni di allevamenti locali, vini, liquori, formaggi, miele e dolci. Sa Omu de tzia Leduina ospita la mostra dei costumi a cura del gruppo folk Siurgus Donigala e la degustazione di prodotti locali. In piazza Santa Maria il battesimo della sella, a cura dei cavalieri locali, dove sarà possibile per i bambini fare un piccolo giro a cavallo o su un pony. In programma anche la mostra delle maschere locali Is Scruzzonis e la degustazione di prodotti tipici; l’esposizione dei giochi antichi e di alcuni ambienti delle case del passato; la visita alla chiesa di Santa Maria; canti e balli per le vie del paese con il gruppo “Sonusu de Beranu” e il gruppo folk Siurgus Donigala; laboratorio di pasta, pane e dolci locali; laboratorio del Maniscalco e alle 9.30 la celebrazione della Santa messa domenicale. Dalle 10 alle 18 in piazza Santa Maria la mostra dei giochi antichi a cura dell’associazione Sa Scivedda; alle 11, con partenza da Sa Omu de tzia Leduina, la rievocazione dell’antico rito della traslazione della dote della sposa nella casa dei futuri sposi con i partecipanti in abito tradizionale; dalle 14 in piazza Santa Maria i Giogusu de is pipiusu, con la mostra dei giochi antichi e dimostrazione del loro utilizzo a cura del gruppo Scout Siurgus Donigala. Alle 15.30 la sfilata itinerante de Is Scruzzonis; alle 18 lo spettacolo musicale con Maria Giovanna Cherchi, i balli con i gruppi folk di Siurgus Donigala e diverse coppie di ballerini. 

Le visite guidate al nuraghe saranno a cura dell’archeologa Maily Serra; durante l’intera giornata si terranno anche i laboratori della filiera della lavorazione del latte ovino, dalla mungitura alla produzione del formaggio; dall’alveare alla trasformazione del miele nella fattoria didattica di Anna Maria Cabiddu e della filiera dei prodotti suinicoli con dimostrazione sugli allevamenti locali. Nel programma della giornata ci sarà anche una importante riferimento al Carnevale isolano con la sfilata itinerante de Is Scruzzonis, maschere tradizionali di Siurgus Donigala ma riconosciute tra le più importanti e affascinanti di tutta la Sardegna. Su Scruzzoni, rappresenta infatti un mitologico animale che alcuni associano alle fattezze di un serpente, altri a un geco. La maschera è realizzata in pero selvatico e ha un aspetto inquietante, il suo scopo è infatti quello di incutere allo stesso tempo timore e rispetto. 

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