Da 16 a 14 anni di reclusione: la Corte d’assise d’appello ha ridotto di due anni la condanna inflitta all’operaio edile Massimiliano Mallus, 54 anni, finito a processo per aver ucciso sua sorella con venti coltellate al termine di un litigio la notte del 29 giugno 2019 davanti agli occhi dell'anziana madre per una questione d'eredità.

Il luogo del delitto. Nei riguardi Massimiliano e Susanna Mallus (archivio L'Unione Sarda)
Il luogo del delitto. Nei riguardi Massimiliano e Susanna Mallus (archivio L'Unione Sarda)
Il luogo del delitto. Nei riguardi Massimiliano e Susanna Mallus (archivio L'Unione Sarda)

L’imputato, difeso dagli avvocati Maurizio Piras e Andrea Viola, era in aula, come il figlio della vittima, assistito dal legale Gianfranco Piscitelli. Lo zio di Mallus tramite i legali si è detto pentito e ha chiesto di poter incontrare il nipote. Dopo l'omicidio, l'uomo era stato rintracciato mentre vagava in stato confusionale: aveva confessato tutto ai carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia di Quartu.

Terminati tutti gli accertamenti, il pubblico ministero Alessandro Pili aveva deciso di contestare l'omicidio volontario e Mallus già nel corso dell’interrogatorio si era detto profondamente pentito. 

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