Francesco non è solo. Il ragazzo disabile che da anni lotta per essere adeguatamente assistito a scuola, in pochi giorni è stato circondato da un mare di solidarietà. Lo sfogo della mamma Sara Picci, che ha raccontato l’ultimo episodio di qualche giorno fa quando ad accompagnare in bagno il figlio non c’era nessuno, perché il bidello autorizzato al servizio era assente per malattia, ha commosso e sdegnato tutti. E se dall’Alberghiero Gramsci di Monserrato, la scuola di Francesco, continuano a non rilasciare nessun commento, ci pensano i suoi compagni a cercare di smuovere le acque.

L’impegno

Come aveva annunciato il rappresentante d’istituto Nicolò Deiana, tutti uniti, dopo avere raccolto circa 150 firme a scuola, hanno pubblicato online la petizione per aiutare Francesco, arrivando in pochi giorni a quasi 1500 firme. Ma è solo l’inizio. Allegate alla petizione anche le richieste degli studenti.

«Il 26 novembre a Francesco è stata tolta la possibilità di andare a scuola», scrivono gli studenti, «la colpa di chi è? Del Ministero o del nostro istituto? Noi abbiamo cercato di capirlo e lo vogliamo spiegare anche a voi. Per chi non conoscesse la storia di Francesco, lui è un ragazzo che ha difficoltà motorie che non gli permettono di essere autonomo e per le sue problematiche ha diritto all’assistenza nei suoi luoghi di bisogno essenziali». Purtroppo però, «venerdì 25 la scuola non ha provveduto a sostituire l’unico collaboratore scolastico che di solito si occupa di lui e che giustamente si è assentato per motivi di salute. Di conseguenza, non solo ha dovuto attendere l’arrivo della madre per poter essere portato in bagno, ma è stato costretto a lasciare l’istituto in lacrime perché nessuno poteva occuparsi di lui». Il loro compagno deve avere gli stessi diritti che hanno tutti gli altri studenti: «A causa di questa situazione vergognosa nei giorni seguenti è stato costretto a stare a casa. La frequenza di Francesco non può dipendere da una sola persona, è uno studente come noi e non deve essere trattato in maniera differente. Uniamoci per tutelare Francesco se le istituzioni non lo fanno».

La tutela

Nicolò Deiana aveva spiegato le richieste che avrebbero avanzato alla scuola per tutelare il loro compagno: «Chiederemo che a Francesco vengano assegnati due collaboratori per accompagnarlo in bagno, e che abbia accesso a tutte le attrezzature come è suo diritto. I genitori hanno dovuto comprare una tastiera per il computer di tasca loro, e questo non va bene. Il problema sono le istituzioni e non certo i compagni che non l’hanno mai fatto sentire solo». E i compagni hanno ventilato anche la possibilità di organizzare uno sciopero se la situazione non dovesse sbloccarsi.

La famiglia

Fatto sta che però, a tutt’oggi, niente è cambiato. «La situazione è sempre la stessa», dice la madre di Francesco, Sara, «non abbiamo avuto nessun riscontro se non l’interessamento alla nostra situazione da parte dei tg nazionali. Noi non vogliamo esporci e non vogliamo fare uno show. L’unica cosa che ci interessa, come già detto, è che sia rispettata la dignità di Francesco». Un ragazzo che, tetraplegico dalla nascita e costretto su una sedia a rotelle, sta ovviamente soffrendo di tutto questa situazione. Lui che vorrebbe soltanto andare a scuola e seguire le lezioni come fanno tutti i suoi compagni. E come è suo diritto.

Giorgia Daga

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