La sorella di Luca Mameli, il 35enne ucciso al Poetto di Quartu: «Niente attenuanti per l’assassino, non lo ha accoltellato per sbaglio»
Chiesti 21 anni per Alessio Desogus, Sara Mameli: «Mio fratello trafitto senza motivo da un essere con cui non aveva mai avuto a che fare. L’assassino sostiene che è capitato nella confusione, ma non è così»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
«Mio fratello nell’ultima mezz’ora in cui era in vita, dopo essere stato trafitto, senza motivo, da un essere che non aveva mai visto e con cui non aveva mai avuto a che fare, ha sofferto moltissimo, era cosciente, e sentiva che la vita lo stava abbandonando».
Lo sfogo è di Sara Mameli, sorella di Luca, il 35enne di Capoterra ucciso nell’agosto del 2023 al culmine di una lite per futili motivi al Poetto di Quartu. Per quel delitto è finito subito in carcere Alessio Desogus, oggi 23 anni, e il processo di primo grado è alle battute finali. Per il giovane il pm ha chiesto una condanna a 21 anni.
In un lungo post su Facebook Sara Mameli condanna i tentativi della difesa di «minimizzare» l’accaduto. L’imputato, infatti, sostiene di aver colpito la vittima per sbaglio. «Uno con già un tentato omicidio sulle spalle», sottolinea la donna, «ha ucciso mio fratello dicendo che c’è stato caos, confusione, ed è capitato». Eppure, evidenzia Sara, «aveva il coltello visibile in mano e senza motivo ha colpito a morte, con tale forza da fratturare il torace e piantare la lama nel cuore e poi andarsene, senza soccorrere, proseguendo la serata in hotel».
Si chiede cosa abbia pensato il fratello in quella mezz’ora di agonia. «Immagino che abbia pensato a come riuscire a togliersi da quella situazione. A mamma, a noi, ai suoi nipoti. Luca voleva vivere! Era uscito a passare una serata in allegria con gli amici, non ha mai fatto male a nessuno». Sulla base di tutto questo «che attenuanti si vogliono cercare?», si domanda Sara.
Infine, la sorella di Luca Mameli si scaglia contro l’abbraccio tra madre e figlio in tribunale. «Una mancanza di rispetto per noi. Lo faccia quando lo va a visitare in carcere, non c’era bisogno di farlo davanti a noi che piangiamo Luca. Mia madre non ha questo privilegio, perché dalla morte non c’è scampo. Lei può solo guardare la foto di Luca e può portargli i fiori al cimitero, non ci può parlare, non lo può abbracciare».
«Ho fiducia nella giustizia», conclude Sara.