Nel giugno del 2014 all'ospedale San Giuseppe di Isili muoiono quattro pazienti. Sono tutti anziani: il primo del mese Vincenzo Fenu, il 4 Gabriele Fracchini, il 12 Ferdinando Massa, il 19 Barbara Sessini. La causa accertata è una "sepsi con insufficienza cardiocircolatoria e gravi squilibri idroelettrici in un quadro infettivo iniziale di colite sostenuto da Clostridium difficile". Non una disgrazia inevitabile ma, secondo la Procura, una grave "negligenza, imperizia e imprudenza" da parte di chi aveva mancato di osservare "le linee guida e le buone pratiche accreditate dalla comunità scientifica".

INDAGATI - Responsabili di quanto accaduto sarebbero Giorgio Matzeu e Ferdinando Angelantoni, rispettivamente primario del reparto di Medicina e direttore sanitario del presidio ospedaliero: il pm Danilo Tronci ha chiesto il loro rinvio a giudizio per omicidio colposo plurimo. Il "Clostridium difficile" è un batterio che provoca dissenteria e che, come confermato tre anni fa dal Servizio di igiene pubblica dell'Asl di Cagliari in nota ufficiale diramata dopo la scoperta dell'infezione, aveva colpito 8 degenti. La stessa azienda però aveva escluso che i decessi fossero riconducibili al batterio: secondo Angelantoni i pazienti morti (allora erano tre i casi sospetti) erano già in condizioni generali compromesse. Ma in una lettera spedita al sindaco di Isili il servizio Igiene sanità pubblica ventilava il contrario.

LE ACCUSE - Ora il pm, che ha notificato le conclusioni agli indagati e all'avvocato Massimiliano Ravenna, contesta a Matzeu e Angelantoni di "non aver messo in atto, al manifestarsi del primo caso, alcun efficace controllo ritardando la comunicazione agli organi superiori". Il direttore sanitario "non aveva predisposto alcun protocollo d'intervento" né "regole scritte e raccomandazioni interne o linee guida aziendali" che garantissero "la migliore prevenzione" contro "la diffusione di infezioni" da "Clostridium difficile", avvenimento tra "i più frequenti, correlabile all'assistenza e importante causa di mortalità tra gli anziani in ospedale". Il primario "non aveva effettuato un'efficace campagna di prevenzione della diffusione del batterio" con la "tempestiva definizione dei casi insorti, l'individuazione rapida dei casi sospetti e l'attuazione delle misure di isolamento da contatto per sanitari e pazienti".

LA DIFESA - "Assieme ai miei assistiti verificherò gli atti di indagine e deciderò quali passi compiere", il commento dell'avvocato Ravenna.

Andrea Manunza

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