La piccola Giulia doveva nascere il 10 settembre. Ma «non vedeva l’ora di conoscere il mondo», così il suo primo saluto a mamma Martina l’ha dato ben cinque giorni prima, a bordo di un’ambulanza che da Nurri ha macinato i chilometri che separavano entrambe dal punto nascita del Santissima Trinità di Cagliari.

«Mia figlia era alla sua seconda gravidanza – racconta nonna Cristina Damu – e quando il 4 sera non si è sentita bene non ha avuto paura. Era convinta di poter resistere, che fosse tutto ok». Così tutti sono andati a letto “sereni”. Ma il sonno è stato ben presto interrotto da una telefonata: «“Mamma, stiamo andando in ospedale, non posso più aspettare”, mi ha detto mia figlia al telefono. Erano le cinque meno un quarto del mattino. Così mi sono vestita al volo e mi sono messa alla guida. Lei e il compagno erano in auto con la suocera, io al seguito». Ma a un certo punto la situazione si è fatta più critica e hanno dovuto chiamare un’ambulanza a Senorbì. «Pensavo che ci saremmo incontrati al Santissima Trinità ma quando sono arrivata non c’era nessuno», continua la signora Damu. «Ero agitatissima, poi ho ricevuto una chiamata da un numero che non conoscevo e ho capito che era successo qualcosa».

Dall’altra parte della cornetta sua figlia Martina, con la voce rotta dall’emozione: «”Mamma, è nata! È nata sulla barella dell’ambulanza!”, mi ha detto in lacrime. Così ho scoperto quello che era successo: Martina ha partorito all’altezza della zona di Mulinu Becciu, con l’ambulanza in moto. La fortuna ha voluto che a bordo ci fosse un medico, non accade sempre. È stato un dono del cielo», confessa nonna Cristina. «Mia nipote e mia figlia sono state prese in carico da degli angeli meravigliosi che hanno fatto  il loro lavoro con grande umanità. Voglio ringraziare pubblicamente il medico Marco Porfirio di Bella, l’infermiere Simone Gattolin, l’autista/soccorritore Cicci Mura. Grandiosi angeli che meritano tutta la mia stima. Grazie mille», conclude nonna Cristina.

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