Tre settimane di lavoro per buttare giù la villa realizzata con i soldi ricavati dal traffico di droga: ancora qualche giorno e dell'abitazione tirata su a Is Pardinas dall'ex boss Giulio Collu, trafficante di sostanze stupefacenti che i complici chiamavano "Hitler" a sottolinearne metodi violenti e crudeltà, resterà nulla. Solo macerie e polvere da portare via per ripristinare lo stato dei luoghi. A spese del proprietario: il costo delle opere, stimato in circa 100mila euro, sarà interamente addebitato all'uomo finito a processo più volte per spaccio e non solo. Gli interventi, portati avanti dall'impresa individuata dopo un'apposita gara bandita dal sostituto procuratore generale Giancarlo Moi al termine delle indagini portate avanti dal Nucleo investigativo regionale della Forestale, sono in via di conclusione sotto il coordinamento dei pubblici ministeri Gaetano Porcu e Daniele Caria. Una volta conclusi, il terreno tornerà nelle mani di Collu, il quale però in futuro nulla potrà realizzarvi vista la presenza sull'area di un vincolo di inedificabilità (vige la tutela paesaggistica).

La precedente confisca

L'edificio nel 2018 era stato acquisito dall'Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati perché costruito grazie allo smercio illegale di sostanze stupefacenti. Nel 2011 il provvedimento era stato proposto dal questore al Tribunale di Cagliari, intervenuto pochi mesi dopo con un provvedimento confermato nel 2012 dalla Corte d'appello e diventato definitivo nel 2014. Nel frattempo era stato eseguito un sequestro penale che aveva allungato i tempi dello sgombero, poi c'è stato il passaggio all'Anbsc. Ma l'abitazione, costruita sopra un terreno di mille metri quadrati assieme a una piscina e a una dependance, era gravata da abusi edilizi e ambientali ritenuti non sanabili e dunque si era deciso di buttarla giù.

La vecchia inchiesta

L'intervento di demolizione è inserito in una più ampia verifica riguardante tutte le sentenze con le quali è stata accertata, in via definitiva, la presenza di abusi in numerosi edifici in tutta l'Isola. A Quartu c'era anche la piscina di Margine Rosso, al centro di una vecchia inchiesta a carico di direttori dell'ufficio Tutela del paesaggio regionale, presidente della Provincia, responsabili di uffici tecnici comunali, imprenditori, progettisti, ingegneri e amministratori regionali accusati di truffa, corruzione, abuso d'ufficio e falso.

Dopo dodici anni

La struttura è stata già buttata giù (il via ai lavori è del gennaio 2020) e l'area è stata ripulita e resa al Comune. Sin dal 2008 il Tribunale ne aveva disposto la demolizione ma l'ordine non era stato eseguito ed era subentrata la Procura generale, che aveva costituito un gruppo di lavoro composto da Nucleo investigativo regionale del Corpo forestale, ingegneri, architetti e associazioni di categoria e individuato imprese specializzate in demolizioni, recupero dei materiali e attività di ripristino ambientale. I lavori sono costati oltre 150mila euro.

Andrea Manunza
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