Nata da una idea di Proloco e Comune di Gesico, in collaborazione con la Cooperativa Antes (gestione sistema museale Gesico), Parrocchia, l’archeotecnico di fama internazionale Alfio Tomaselli e il professor Franco Camba docente di Scienze e Storia delle Religioni dell’Istituto superiore di Scienze Religiose Sassari/Tempio-Ampurias “Euromediterraneo”, domani, sabato 22 giugno, ci sarà la prima tappa della manifestazione “Nel nome della Mamma”.

L’obiettivo è valorizzare il Monte San Mauro, bene identitario di Gesico, punto di riferimento e di incontri magico-religiosi già dall’antichità per i territori di Trexenta, Marmilla e Sarcidano. «Valorizzare San Mauro, oggi sito di interesse comunitario, significa anche valorizzare tutta la Trexenta, terra di culto della Dea Madre di Turriga sostituita nella continuità per sincretismo religioso dal culto legato alla Vergine Maria oggi presente in ogni paese», sottolinea il sindaco Terenzio Schirru. Argomento che verrà sviluppato più compiutamente nella seconda tappa del 24 agosto, intitolata “Dalla Dea Madre alla Madonna: scenari di nuovi cammini”.

La manifestazione è suddivisa in due tappe: la prima è dedicata alla “Mamma della Pietra” che, con ossidiana e selce, costituivano il bene più prezioso posseduto dalle popolazioni che abitarono la Sardegna della prima ora. La giornata di domani, curata da Alfio Tomaselli in collaborazione coi ragazzi della cooperativa Antes, sarà incentrata la mattina con la didattica rivolta a bambini e ragazzi. Il pomeriggio le visite guidate al Monte San Mauro alle quali seguirà una dimostrazione di Archeologia Sperimentale curata da Alfio Tomaselli, rivolta a tutti, studenti, appassionati o semplici curiosi. L’Archeologia Sperimentale rappresenta un tentativo di riprodurre attraverso gli esperimenti, nelle condizioni materiali più vicine possibili a quelle antiche, strumenti, oggetti, edifici e di riprodurre anche le circostanze nelle quali gli stessi beni si sono degradati o distrutti. Esperimenti essenziali per comprendere lo sforzo dell’uomo primitivo alla ricerca della sopravvivenza, nel suo impatto con l’ambiente e nelle sue esigenze di trasformare tale ambiente. «Apprendere la Preistoria - dice il presidente Pro loco Carlo Carta - significa anche utilizzare gli elementi essenziali della natura con ingegno e inventiva per raggiungere un fine: costruire un utensile in osso o in pietra, tessere con un telaio verticale in uso nel Neolitico, accendere il fuoco con le pietre focaie o con l’archetto, scheggiare la selce, lavorare la ceramica o pitturare con l’ocra».

© Riproduzione riservata