Francesca Deidda non si è difesa: nessuna lite, uccisa nel sonno con un attrezzo da palestra
Un colpo secco alla testa, fatale, un’esecuzione in piena regola: si cerca l’arma del delitto, forse un manubrio che manca dall’appartamento di San SperateNon si è difesa Francesca Deidda. Non c’è stata una lite, non c’è stata una colluttazione, il suo omicidio è un’esecuzione in piena regola. La 42enne è stata uccisa mentre dormiva o guardava la tv, magari sonnecchiando, sul divano di casa, con la testa poggiata sul bracciolo. Rannicchiata, così come è stata trovata dentro il borsone a Rio Picocca.
Per l’omicidio si trova in carcere il marito Igor Sollai, autotrasportatore di 43 anni. L’avrebbe uccisa con un colpo secco alla testa, devastante, tra la fronte e la parte destra del cranio. Questo ha accertato sinora l'autopsia. L'oggetto utilizzato? Molto probabilmente un manubrio per gli esercizi ginnici, che manca dall’abitazione di San Sperate dove sono tornati ieri pomeriggio i carabinieri del Ris ed è compatibile con la ferita mortale. I militari hanno cercato a lungo l'attrezzo ieri, non l'hanno trovato.
L’autopsia ieri è stata eseguita dal medico legale Roberto Demontis, affiancato dall’anatomopatologa Giulia Caccia indicata dalla Procura, e da Chantal Milani, esperta scelta da Gianfranco Piscitelli, l’avvocato che tutela Andrea Deidda, il fratello di Francesca. Il primo agosto arriverà a Cagliari l’entomologo Stefano Vanin, che avrà il compito di stabilire la data del decesso. Presumibilmente il giorno stesso della scomparsa, il 10 maggio.
Sollai, secondo chi indaga, dopo aver ucciso la moglie ha portato il corpo senza vita nel Sarrabus a bordo dell’utilitaria poi venduta, premurandosi di consigliare all’ignaro acquirente di igienizzarla bene. Aveva messo in vendita anche il divano, ma non ha trovato acquirenti. Oggi nuovo sopralluogo nella casa e sul luogo del ritrovamento del corso.
Sull'eventuale coinvolgimento di complici per occultare il cadavere al momento non filtra nulla.
Tutti i dettagli nell’articolo di Paolo Carta su L’Unione Sarda in edicola e sull’edizione digitale