Mani sull'inguine, sul fondo schiena e sul seno di una ragazza minorenne. Abusi che sarebbero stati commessi in più occasioni nel corso del 2011, senza tralasciare un ulteriore aspetto che, forse, rende la vicenda ancora più squallida: la vittima era figlia della compagna dell'imputato.

Di questi comportamenti, avvenuti a Decimomannu, ieri i giudici della prima sezione penale di Cagliari (presidente Claudio Gatti) hanno ritenuto responsabile un uomo di 38 anni (del quale non pubblichiamo il nome a tutela dell'identità della ragazza) condannandolo, poco prima di mezzogiorno, a 3 anni di reclusione per violenza sessuale. Pena più lieve di quella sollecitata dal pubblico ministero (5 anni), poiché il collegio ha considerato "di minore gravità" rispetto a quanto ipotizzato dalla Procura i fatti portati alla loro attenzione, ma è scontato che gli avvocati difensori Enrico Giuressi e Maurizio Corda facciano comunque ricorso in Appello. Il 38enne inoltre dovrà pagare 15 mila euro di provvisionale a favore di madre e figlia, parti civili nel processo con i legali Luigi Porcella e Luciana Pisano.

LE ACCUSE - L'imputato, in base alla ricostruzione investigativa, aveva anche fatto vedere alla ragazza (allora sedicenne) un film pornografico nel suo personal computer. Proprio in quella occasione avrebbe allungato le mani su inguine, fondo schiena e seno della giovane, mentre il giorno seguente avrebbe spinto la ragazza "con forza sopra il letto sdraiandosi sopra di lei e strusciandosi all'altezza dell'inguine" della vittima. Entrambi, recita il capo di imputazione, "erano vestiti".

Tempo dopo il 38enne si sarebbe avvicinato alla ragazzina cercando di allungare le mani e toccarla come nelle volte precedenti, ma in questo caso la minorenne aveva reagito allontanandolo. Poco dopo il caso era finito all'attenzione dell'autorità giudiziaria, che aveva messo sotto accusa il patrigno. Questi ha sempre respinto ogni accusa, ma ieri è arrivata la condanna di primo grado.

Andrea Manunza

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