È bastata la lettera di “sfratto” per scatenare la protesta: «Inaccettabile, chiediamo come sia possibile chiudere l’unico Centro regionale dei trapianti come fosse un piccolo ambulatorio di una guardia medica paesana».

La protesta parte da Pino Argiolas, presidente dell'associazione Prometeo Aitf Odv (Associazione italiana trapiantati di organi - delegazione regionale della Sardegna), dall’Aido Sardegna odv e dall’associazione Elisa Deiana, e arriva all’indomani della comunicazione mandata dalla Assl di Cagliari. «Ha effetto immediato, intima il personale del Centro a lasciare i locali del Binaghi per andare a finire nei vecchi ambulatori di via Trieste, fatiscenti e da ristrutturare», racconta chiamando a raccolta anche le altre associazioni regionali.

«Non è pensabile che si chiuda su due piedi un servizio così importante se non si preparano altri locali idonei al cento per cento, a partire dai collegamenti indispensabili con gli altri soggetti delle donazioni e dei trapianti. A meno che qualcuno non abbia deciso di chiudere il Centro Regionale dei Trapianti e di bloccare tutti i trapianti in Sardegna». Infine l’appello condiviso: «Chiediamo un intervento urgente dell'Assessore alla Sanità da cui dipende direttamente il centro trapianti».

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