Cinquecento lacci sparsi in tre sentieri di una zona impervia di Capoterra, pronti a catturare uccelli da vendere come "grive".

Si conclude con l'eliminazione di numerose trappole sistemate dai bracconieri il campo organizzato dal Cabs Italia per contrastare l'uccellagione nella Sardegna meridionale.

A causa della prolungata siccità, che ha costretto i tordi a raggiungere l'Africa anzitempo, quest'anno l'attività illegale dei bracconieri nella zona del parco di Gutturu mannu dei bracconieri è stata scarsa, ma nei monti di Capoterra sono stati comunque recuperati numerosi lacci e cinque reti, nascoste in sacchetti di plastica e pronte a essere utilizzate.

L'attività sul territorio da parte dei volontari ha consentito poi di identificare due persone riprese con telecamere nel 2016 nell'atto di esercitare l'uccellagione e la cui identità era ancora ignota. Contro di queste, che risultavano ancora incensurate, è stata integrata la denuncia a suo tempo presentata all'autorità giudiziaria.

el territorio di Uta è stato filmato con telecamere nascoste un bracconiere mentre posizionava dei lacci per la cattura di cinghiali.

Nei circa 100 cavetti metallici che l'uomo aveva piazzato nella macchia sono stati purtroppo trovati i resti di diversi cinghiali, di un cervo e di una volpe appena morta. Una volta identificato, nei suoi confronti il Cabs ha sporto denuncia ai carabinieri per furto aggravato, maltrattamento di animali ed attività venatoria con mezzi non consentiti. I lacci sono stati tutti rimossi e sequestrati dai carabinieri.
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