Avis Senorbì, Mauro Caredda riconfermato presidente
Si tratta del terzo mandato consecutivo alla guida del sodalizioPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Mauro Caredda è stato riconfermato per la terza volta presidente dell’Avis di Senorbì. Un importante riconoscimento al suo impegno, ai vertici del direttivo Avis, per la sensibilizzazione sull'importanza delle donazioni di sangue. Nel marzo 2017 Caredda è stato eletto per la prima volta presidente dell’Associazione Volontari Italiani del Sangue, intraprendendo una missione che ha lasciato un segno profondo nella comunità.
Dopo due mandati contrassegnati da importanti risultati ottenuti nella promozione della cultura della donazione, è stato riconfermato per la terza volta consecutiva alla guida dell’associazione. Una delle principali novità introdotte sotto la sua presidenza è stata l’espansione del direttivo dell’Avis, passato da sette a undici componenti. «Questo cambiamento - spiega - avrà l’obiettivo di rafforzare l’organizzazione, migliorando la gestione delle attività e garantendo una maggiore efficienza nelle operazioni. L’ampliamento del direttivo è un segno tangibile della crescita e della maturazione dell’associazione, che si è adattata alle nuove sfide e ha cercato di rispondere al meglio alle esigenze della comunità».
L’incremento del numero di membri del direttivo non solo ha facilitato una gestione più fluida, ma ha anche reso possibile una visione più ampia e strategica dell’azione dell’Avis. Con un team più grande e diversificato, l’associazione ha potuto affrontare in modo più efficace le problematiche logistiche e promuovere attività a livello territoriale, favorendo una maggiore partecipazione alla donazione di sangue. L'Avis Senorbì continua a essere una risorsa fondamentale per la salute pubblica, garantendo che le scorte di sangue siano sempre sufficienti per chi ne ha bisogno. Fondamentale da questo punto di vista anche le iniziative di sensibilizzazione con le scuole. «In un periodo in cui la donazione di sangue è più che mai cruciale, abbiamo dimostrato che la sensibilizzazione e l’organizzazione possono fare la differenza», conclude Caredda.