Agricoltura solidale a Senorbì: la mietitura nel terreno "adottato" dai soci di Terre Colte
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Era destinato all'abbandono il terreno nelle campagne di Senorbì (più precisamente nella frazione di Sisini) di proprietà dell'imprenditore e scrittore Emanuele Casula.
Troppo alti i costi di produzione, troppo lavoro per una sola persona che di mestiere non fa l'agricoltore.
"L'incontro con responsabili e soci di Torre Colte mi ha ridato la speranza", racconta Casula che ha affidato ai volontari dell'associazione di promozione sociale e culturale la produzione di grano e ceci biologici nel suo terreno di quasi 10 ettari.
Una scommessa vinta.
Domani alle 17.30 ci sarà la mietitura del grano. "Sarà un'occasione per fare festa", dicono Massimo Planta e Silvio Melis, fondatori di Terre Colte.
Alle 18.30 il gruppo di agricoltori per passione si riverserà nella piazzetta di Sisini (vicino al cimitero) per assistere all'esposizione dei prodotti locali e alla dimostrazione della preparazione della fregola.
All'evento parteciperà il sindaco di Senorbì Adalberto Sanna.
Tenere in produzione un terreno nel cuore della Trexenta è un passo avanti nella lotta allo spopolamento e all'abbandono dei campi.
Il metodo dell'agricoltura solidale si sviluppa a partire dalla prima esperienza nella provincia di Cagliari di recupero di un terreno incolto di 3mila metri quadri in un orto condiviso.
Il beneficio non è solo ed esclusivamente nel raccolto, dedicarsi alla coltivazione dell'orto permette ai soci (imprenditori, impiegati, studenti e intere famiglie con pargoli al seguito) di evadere dal quotidiano e curarsi dallo stress, compiacersi del curare la crescita delle piantine, imparare i ritmi e tempi della natura e mangiare sano.
I soci produttori del campo di Sisini, attraverso la raccolta fondi, hanno acquistato un mulino e pietra di provenienza austriaca che verrà utilizzato per la trasformazione del grano in farina.