La rivolta degli ulivi richiama la solidarietà di tutta la Sardegna, con Selargius che diventa di fatto il cuore della protesta, simbolo della lotta contro l'assalto energetico nell'Isola.

«Staremo qua sino a quando non avremo risposte dalla governatrice Todde», annuncia la portavoce del comitato cittadino No Tyrrhenian link, Rita Corda, dal presidio permanente nato nelle campagne di Selargius, a Su Pardu, nel terreno sotto esproprio coatto da parte di Terna, dove tra domenica sera e ieri mattina sono arrivate un centinaio di persone per fermare l'arrivo di altre due stazioni elettriche che si vogliono realizzare come approdo finale del Tyrrhenian link.

«Stiamo ricevendo la solidarietà da ogni angolo della Sardegna, tutti i comitati del coordinamento isolano sono con noi», racconta Corda. C'è chi è arrivato a bordo di furgoni, con nuovi alberi da piantare, altri con mega contenitori d'acqua per irrigare. Altri ancora con bibite e viveri, perché la ribellione potrebbe durare a lungo. «Rimarremo a oltranza, fino a quando la nostra presidente della Regione si deciderà a scendere finalmente in campo per fermare Terna», dice la portavoce selargina, che chiama in causa anche il sindaco Gigi Concu: «Deve intervenire per mediare il conflitto che si è creato fra i cittadini - che stanno protestando per difendere legittimamente il proprio territorio - e Terna che invece lo sta distruggendo. Sta occupando terre che i proprietari non vogliono vendere, questo è gravissimo».

La chiamano la "rivolta degli ulivi", una ribellione che da Selargius si allarga all'intera Sardegna.

Federica Lai

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