Piera Pinna scomparsa nei boschi della Toscana, l’appello della famiglia dalla Sardegna: «Chiediamo risposte»
Molte le incongruenze sulla vicenda, affidato un incarico di consulenza a una criminologaPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Non si dà pace la famiglia di Piera Pinna, originaria di Bosa ma residente a San Miniato, in provincia di Pisa, scomparsa il 21 settembre a Medicina di Pescia, nel Pistoiese, mentre era alla ricerca di funghi con il marito.
La donna, residente nelle campagne intorno a San Miniato, conduceva una vita tranquilla alla guida della sua azienda agricola.
Nonostante l'uso di droni dotati di termoscanner e cani molecolari, le ricerche ufficiali non hanno trovato alcuna traccia della donna. Nelle settimane successive, gruppi composti da membri della protezione civile e volontari hanno proseguito le ricerche, senza però trovare nulla.
L’associazione Penelope Toscana - che si occupa di persone scomparse e ha partecipato alle ricerche - ha confermato che «quella zona è particolarmente impegnativa, con improvvisi strapiombi e con terreni che alle prime piogge autunnali diventato pericolosamente scivolosi». Secondo i familiari, però, «se fosse caduta da qualche parte sarebbe stato ritrovato il corpo». E dal paese di San Miniato, i conoscenti e il marito stesso della donna assicurano che Piera Pinna conosceva bene quei boschi, pur ribattezzati la “Valle dell’Inferno” per il terreno particolarmente impervio e ricco di dirupi, e difficilmente avrebbe potuto perdersi.
Una vicenda che ha assunto, dunque, i contorni del giallo, come molte incongruenze da chiarire. Anzitutto quella del luogo della scomparsa: nella denuncia del marito e del figlio, che però non c’era quella mattina, si parla della Madonna del Tamburino, mentre invece l’auto era stata parcheggiata nella zona di Pian di Galli. C’è poi il dettaglio del furgone che Piera usava sempre per spostarsi da casa al chiosco di Empoli, dove tre volte a settimana vendeva frutta e verdura, furgone che sabato 20 settembre è rimasto chiuso dentro il cancello del chiosco. E allora come sarebbe tornata Piera quella sera a casa? Ma ci è davvero tornata? Il marito ha ripetuto più volte di non sapersi spiegare cosa sia successo.
«A due mesi dalla scomparsa, la nostra famiglia desidera con tutte le forze mantenere viva l'attenzione su questo caso, nella speranza di ottenere le risposte che sta cercando» l’appello dei familiari della donna dalla Sardegna. Che per non lasciare niente di intentato in questi giorni hanno affidato un incarico di consulenza a una criminologa lucchese.
(Unioneonline)
