Per ora continuerà a fare "il segretario del partito che guida la coalizione", anche perché le primarie in Sardegna sono fissate ad ottobre 2013, sei mesi prima della scadenza naturale della legislatura, sempre che non intervenga il voto anticipato. Silvio Lai, numero uno del Pd sardo, tiene comunque a precisare che all'interno del partito "ci sono almeno 4-5 forti personalità che potrebbero candidarsi". Non fa nomi, ma secondo le ultime indiscrezioni gli aspiranti del Pd alla candidatura a governatore sarebbero almeno sei: il senatore Francesco Sanna, l'ex presidente della Regione Renato Soru, l'attuale sindaco di Sassari, Gianfranco Ganau, il presidente della Provincia di Carbonia Igliesias, Salvatore Cherchi, e i consiglieri regionali Francesca Barracciu, vice segretaria regionale del partito, e Mario Bruno, vice presidente del Consiglio regionale. Ma oggi in agenda ci sono le alleanze, che non significa solo allargamento al centro. "Il centrosinistra - argomenta Lai parlando con l'ANSA - sta scegliendo il dialogo con il mondo indipendentista e si stratta di una scelta di partecipazione dal basso per arrivare a delle liste civiche. Nelle ultime due occasioni elettorali, di fatto, c'e stata una rappresentanza del centrosinistra con forme di partecipazione civile che rappresentano non solo l'associazionismo - spiega il segretario del Pd - ma anche energie che non hanno alcuna esperienza di partito e che si vogliono impegnare contro la crisi economica e sociale". Una risposta al movimento di Grillo che mette paura ai partiti tradizionali? "Piuttosto un campanello d'allarme per la politica che deve fare scelte nette e dare risposte concrete", sottolinea Lai. In questo senso il centrosinistra, secondo il leader dei democratici, dovrebbe riallacciare i rapporti anche con le forze moderate (Api, Upc e i moderati di Portas), mentre in casa centrosinistra i rapporti con l'Idv si fanno ogni giorno più freddi non solo sulle alleanze, ma anche su questioni di fondo legate a temi nazionali, come la legge elettorale. L'idea del segretario del Pd è chiudere l'esperienza assistenzialista quella, spiega, "di una Regione che assorbe solo la funzione sociale, ma che non è più in grado di coesistere con l'economia reale". Quasi facendo proprie le parole del presidente nazionale di Confindustria, Giorgio Squinzi, a Lai piace un'economia di prossimità sul modello Obama. Da qui l'articolata piattaforma programmatica da discutere con i nuovi e i vecchi alleati: raddoppiare il Pil agricolo in cinque anni, realizzando la filiera corta, investendo sulla rieducazione al cibo sardo di qualità nelle mense; "legiferando come ci chiede l'Unione europea"; sostenere il turismo e la cultura, abbandonando la politica delle seconde case "che aveva senso quando le vacanze degli italiani duravano almeno una o due settimane"; valorizzare i beni comuni quali acqua, energia e diritto alla mobilità; prendere in mano la "questione biologica sarda dando risposte all'invecchiamento della popolazione e nuovo senso alla vita nelle piccole comunità restituendo potere ed economia, finora appannaggio dei grandi centri".
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