È stata una tragedia a togliere la vita a una giovane turista polacca, in vacanza in Sardegna, lo scorso 20 luglio. È annegata nella spiaggia di Is Arenas, nel comune di Narbolia, in una giornata di maestrale, con complicate condizioni del mare. 

A provare a salvarla Victor, giovane surfista di 17 anni, che l’aveva portata a riva dopo averla trovata tra le onde. Il ragazzo, però, insieme col padre, aveva denunciato gravi ritardi nei soccorsi arrivati, a detta loro, dopo circa un’ora e mezza. Una tesi che, però, viene smentita con forza da Areus (Azienda regionale per l’Emergenza Urgenza).

«La chiamata di soccorso», replica Areus, «è giunta alla Centrale Operativa alle 18.10 e immediatamente è stata attivata l’ambulanza con infermiere a bordo “India” di stanza a Is Arenas e contemporaneamente l’elisoccorso in arrivo da Alghero. Dal momento in cui la Centrale ha risposto alla chiamata di soccorso», aggiunge l’Azienda, «il primo mezzo è giunto sul luogo dell’evento in 14 minuti, in linea con gli standard nazionali  (20 minuti). Una volta sul posto l’equipe del 118 ha praticato le manovre di rianimazione. Ma per la donna non c'è stato niente da fare. Il medico dell’elisoccorso ha potuto solo constatarne il decesso».

«La Direzione di Areus», conclude, «ci tiene a ricordare che, grazie al Potenziamento estivo 2023, per la prima volta proprio a Is Arenas è attiva la postazione del Mezzo di Soccorso Avanzato aziendale (INDIA), non presente gli anni scorsi. Non ricade nelle competenze di Areus l’attività di guardia medica estiva e quella di salvamento a mare».

(Unioneonline/L.Ne.)

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