Strada provinciale Busachi- Samugheo, una soluzione provvisoria per la riapertura al traffico
Approvato il progetto esecutivo relativo ad un intervento urgente di ripristino della viabilità al km 6+740Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Per la riapertura al traffico della Sp 71 Busachi - Samugheo, la Provincia interverrà con una soluzione provvisoria che consentirà il transito dei veicoli, seppure a senso unico alternato. Con la determina adottata dal dirigente del settore viabilità Giuseppe Pinna, è stato approvato il progetto esecutivo relativo ad un intervento urgente di ripristino della viabilità al km 6+740 redatto dallo stesso tecnico e dal geometra Alessandro Serra, responsabile del servizio manutenzioni e patrimonio stradale. Spesa prevista 72mila euro.
È superfluo sottolineare l’importanza della strada che collega non solo i due paesi, ma rappresenta anche la “porta” di accesso verso una vasta area fra le province di Oristano e Nuoro. A più riprese i sindaci Gianni Orrù e Basilio Patta hanno chiesto alla Provincia di intervenire per riaprire la strada, in quanto erano notevoli i danni di natura economica arrecati, con gli automobilisti che devono percorrere oltre 20 chilometri in più utilizzando la ss 388.
Una situazione di grave criticità messa in luce dallo stesso assessore alle Attività produttive di Samugheo Massimiliano Urru. «Nel nostro paese – afferma – vista la presenza di tante attività al servizio del territorio, abbiamo stimato che si sono persi almeno 10mila euro al giorno. Cose ripetute più volte allo stesso amministratore straordinario Massimo Torrente».
Anche dai commercianti e dai titolari di aziende la denuncia era sempre arrivata puntuale. «I disagi e le perdite da parte di tutti e degli operatori delle campagne in particolare sono notevoli – afferma Rosalba Tatti del centro medico Sardegna Salute -. Tanti pazienti e professionisti da noi hanno disdetto le visite. Vista la precarietà dei collegamenti e le chiusure di strade sempre dietro l’angolo – aggiunge - ci troviamo nella condizione di dover aprire un’altra sede a Ghilarza per venire incontro ai pazienti di quel territorio che stanno avendo grosse difficoltà a spostarsi per curarsi».