Dopo le accuse arrivano le prove per dimostrare che anche gli abusivi pescano le anguille nonostante il divieto fino a fine marzo. Ma anche un esposto in procura. Nelle acque dello stagno di Cabras la guerra continua, senza sosta. Dopo la denuncia da parte di Nicola Massidda, pescatore abusivo che, con tanto di foto e video, nei giorni scorsi ha documentato che alcuni pescatori del Consorzio Pontis avrebbero pescato le anguille, il presidente Giuliano Cossu ribatte: «Anche ieri mattina, come succede molto spesso, all’interno della peschiera di Sa Mardini abbiamo trovato le reti che servono, guarda caso, per pescare le anguille. Reti non nostre ma degli abusivi».

Nei giorni scorsi, dopo le varie segnalazioni di Massidda, i pescatori del Consorzio hanno ricevuto la visita della Forestale. Gli agenti, una volta sul posto, hanno trovato in acqua le reti utilizzate per pescare le anguille nonostante il divieto. Cossu però ha riferito che nessuno era al lavoro. Intanto però Massidda non si arrende. Anche ieri ha sollecitato l’intervento sia della Forestale sia dei carabinieri della stazione locale. Mi hanno consigliato di presentare un esposto in Procura, e così ho fatto - spiega il pescatore - Tutti devono essere sottoposti ai controlli delle forze dell'ordine, anche chi gestisce la laguna”.

Nel documento inviato via pec si legge dettagliatamente ciò che il pescatore dice di aver visto, con tanto di dettagli e orari. Ma anche ciò che secondo lui non viene rispettato all’interno del Consorzio. Massidda punta il dito anche sulle grate presenti nelle camere di cattura, secondo lui non a norma. 

© Riproduzione riservata