Eva Pinna, una delle vincitrici del concorso per infermiera, ha ammesso di essere stata aiutata da Salvatore Manai. «Era venuto a casa per mostrarmi le batterie dei quiz per la prova pre-selettiva». E non sarebbe stata la sola ad essere favorita nei concorsi finiti al centro dell’inchiesta Ippocrate sulle presunte assunzioni pilotate e i concorsi truccati in cambio di un tornaconto elettorale.

In Aula

Grande parte dell’udienza ieri è stata dedicata alla testimonianza dell’infermiera che, pur tra numerosi “non ricordo”, alla fine (sollecitata anche dalla presidente del collegio Carla Altieri) ha ricostruito la vicenda rispondendo ai pm Marco De Crescenzo e Armano Mammone. Eva Pinna ha raccontato dell’amicizia con Manai, responsabile degli infermieri del blocco operatorio del San Martino, nata in una scuola di ballo. «Poi c’eravamo persi di vista, ci siamo ritrovati qualche anno dopo, quando mi ero laureata e iscritta a varie agenzie interinali». Ma ancora non aveva trovato lavoro ed ecco l’aiuto. «Manai disse che avrebbe potuto chiedere facendo il mio nome per l’assunzione» ha sostenuto precisando di sapere che «le assunzioni tramite agenzia avvenivano su indicazione. Da Manai seppi che era Antonio Succu a decidere chi far chiamare».

Il concorso

Nel 2017 la selezione. «Sapevo che anche altre persone sarebbero state aiutate – ha riferito – Manai venne a casa, aveva diversi fogli con i quiz. Lessi tutto, forse presi appunti». Corsia agevolata pure nelle altre prove: «Manai mi rivelò in anticipo gli argomenti. So che ha aiutato anche altri». E ha fatto i nomi di Andrea Dore (uno dei 13 imputati difeso da Maurizio Serra) e di Viola Virde e Liliana Marteddu (già emersi nella precedente udienza col luogotenente delle Fiamme Gialle Alessandro Enna che ha seguito le indagini). L’infermiera ha sostenuto di essere stata agevolata «perché eravamo amici»; poi ha chiarito di aver partecipato alle riunioni del Partito dei sardi su invito di Manai. «Avevamo anche fatto la tessera io, il mio compagno, mio padre e i miei suoceri – ha riferito – Manai ci diceva di partecipare agli incontri perché eravamo in debito ma ho frequentato il partito solo nei mesi del concorso». Si è insistito molto sul legame tra Succu e Manai che, come hanno ribadito i pm era stato definito dall’infermiera «l’esecutore materiale delle decisioni del primario». Dopo è stato sentito Enrico Pinna, compagno di Eva Pinna, che ha confermato come la fidanzata sia stata aiutata prima con l’agenzia poi al concorso. Ha sostenuto di aver partecipato a diverse riunioni del Pds. «Ci eravamo tesserati per amicizia verso Manai che ci teneva tanto ma prima di allora non mi sono mai interessato alla politica, dopo il concorso non ho più partecipato alle riunioni» ha detto Pinna che è stato richiamato più volte a dire la verità «non ci prenda in giro» ha detto decisa la presidente del collegio. La difesa ha insistito sul fatto che Manai non avesse un ruolo politico e che il rapporto con Succu fosse legato al lavoro. Il processo è stato rinviato al 28 aprile.

L’inchiesta

Oltre a Succu (assistito da Guido Manca Bitti e Roberto Olla) e Manai (difeso da Antonello Spada), sono a processo l’ex consigliere regionale Pds Augusto Cherchi (difeso da Pierluigi ed Enrico Meloni), l’ex manager Asl Mariano Meloni (difeso da Vittorio Campus), l’ex commissaria Maria Giovanna Porcu (assistita da Manca Bitti e Carlo Figus), Gianni Piras, ex responsabile delle professioni sanitarie (difeso da Luigi Satta e Aldo Luchi); Angelo Piras, ex responsabile personale (assistito da Basilio Brodu e Lorenzo Palermo); Nicola Contarini, dell'agenzia Tempor (assistito da Francesco Marongiu); Angelica Faedda (assistita da Robert Sanna); Giovanni e Daniela Sanna (assistiti da Gianfranco Siuni e Claudia Piroddu) e Agnese Canalis della E-work (difesa da Massimiliano Ravenna e Liliana Pintus).

Valeria Pinna

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