Le grate della peschiera di Pesaria, ormai quasi tutte inutilizzabili e da sostituire per evitare che tutto il novellame vada a finire in mare, sbarcano in Procura.

Secondo i pescatori di Santa Giusta che gestiscono lo stagno è l’unico modo per capire cosa realmente è accaduto all’interno del compendio dopo pochi mesi dalla conclusione dei lavori di ristrutturazione dell’impianto, grazie a un milione di euro finanziato nell’ambito della Programmazione territoriale nel 2018 dalla Regione.

L’obiettivo era quello di risanare la struttura che stava cadendo a pezzi. I lavori sono iniziati ad aprile del 2023: ha gestito l’iter l’Unione dei Comuni dei Fenici. Per i pescatori del Consorzio, circa 40, una manna dal cielo visti i pericoli ai quali erano esposti.

Otto mesi dopo c’è stata la consegna dei lavori. Ma fin da subito le griglie della struttura hanno iniziato a presentare dei fori diventati poi diventati sempre più larghi.

L’unione dei Comuni dei Fenici ha così fatto analizzare una griglia in un centro specializzato. «L’obiettivo era quello di capire se l’acciaio utilizzato fosse quello previsto dal capitolato - spiega il responsabile dell’Unione Sandro Sarai - E così è avvenuto. Subito dopo ho chiesto alla Asl, tramite Pec, di procedere con ulteriori analisi, ancora però non ho avuto notizie in merito. Per noi però finisce qua, non possiamo fare altri interventi».

Intanto a pagare le spese sono i pescatori. Ma c’è anche il milione di euro speso a vuoto. Ecco perché ora i pescatori hanno deciso di farsi sentire: «Tutti se ne lavano le mani - grida Emanuele Cossu, presidente del Consorzio - Ora tramite il nostro legale stiamo preparando un esposto da presentare in Procura. Chissà se qualcuno ci dirà di chi è la colpa di tutto questo».

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