Samugheo, "A Maimone": tradizione e spettacolo
È il suono dei campanacci ad annunciare l'inizio della festa.
Una tradizione diventata ormai spettacolo.
A Samugheo ieri è andato in scena A Maimone, l'antico carnevale organizzato dal Gruppo etnico culturale Mamutzones de Samugheo. Maschere provenienti da tutta l'Isola: ancestrali antropomorfe e zoomorfe, i vesti di capra, l'orbace, i campanacci e tanto altro ancora. I primi ad aprire il corteo sono stati i piccoli Mamutzones di Samugheo.
Sono partiti dalla zona alta del paese e con il loro passo tradizionale sono arrivati sino alla piazza della chiesa.
Belli, composti, calati nella parte alla perfezione.
Ma l'attesa era tutta per i Mamuthones e Issohadores della Pro loco di Mamoiada.
Prima lo spettacolo con le loro funi: cercavano in tutti i modi di accalappiare il pubblico.
Un modo per riportare nelle strade le scene di vita agro pastorale. E poi subito dopo la loro danze propiziatorie.
Raggiungono le vie del centro storico di Samugheo i Boes e Merdules di Ottana con le loro maschere costruite da abili artigiani del legno.
E poi i Sos Tumbarinos di Gavoi che con i loro tradizionali tamburi conquistano il pubblico.
E ancora i Sos Thurpos di Orotelli, Su Bundu di Orani, i Sos Maimones e su Ballu de sa Vargja di Oniferi. Applausi per i Maimones, Murronarzos e Intintos di Olzai, Cambas de Linna di Guspini, Mascaras de Baunei e Mascaras de lardajolu di Dorgali. Hanno chiuso la manifestazione i padroni di casa: i Mamutzones.
Un ritmo cadenzato accompagna il loro incedere sino alla piazza principale.
Un saluto che lascia il segno. Sono le 18.30, il sole è ormai tramontato: con gli applausi tutti per loro.