Quando ha visto arrivare il fronte del fuoco non si è tirato indietro, valutando che il rischio era quello di perdere tutto: 400 pecore, due cavalli e 180 balle di fieno. Dante Casule, allevatore di Cuglieri con bestiame a Sennariolo, ha deciso di sfidare le fiamme: “Abbiamo tentato due volte con pompe e altri sistemi. Ma due volte siamo dovuti scappare. La terza volta abbiamo rischiato di più, non avevamo scelta e in qualche modo ce l'abbiamo fatta".

Ma per il resto è stato un disastro. "Un calvario, un inferno. Con questo incendio si poteva fare molto di più, purtroppo non si è intervenuti nel modo giusto", aggiunge.

Il pensiero va anche ai tanti suoi colleghi: “Se non ci aiutiamo tra di noi, chi ci aiuta?".

Tra gli allevatori danneggiati c'è anche Franco Fodde: due cavalli morti, un asinello con il figlio, una vacca e un vitello. E una trentina di capretti. Più un centinaio di ettari in fiamme tra bosco e terreni seminati. L'azienda di casa non è in ginocchio, una parte del bestiame è salva: "Per fortuna qualche provvista l'avevamo e stiamo cercando di dare da mangiare agli animali. Ma non dureranno all'infinito. Quello che ora ci preoccupa è il fatto che non ci sono più recinzioni. E di punto in bianco è difficile rimetterle su: questo significa che il bestiame può mettersi in pericolo o creare problemi. Sarà difficile dormire tranquilli".

(Unioneonline/s.s.)

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