Non troppe processioni nel corso dell'anno, ma fatte bene.

E soprattutto una polizza assicurativa per la responsabilità civile per tutte le cerimonie fuori dalla chiesa, cortei religiosi compresi.

Sono solo alcune delle direttive contenute nel nuovo regolamento per le processioni emanato con un decreto dal vescovo della diocesi di Ales-Terralba, padre Roberto Carboni, che ha spiegato: "Un regolamento nato dall'esperienza, anche da momenti di tensione e difficoltà vissuti in diocesi. C'era la necessità di regolamentare lo svolgimento delle processioni con direttive unitarie e anche per non lasciare da soli i parroci".

Un giro di vite dato da un regolamento, che contiene alcuni chiarimenti, definiti "necessari" per comitati e parrocchie e che entrerà in vigore dal prossimo 11 febbraio. Tutto dovrà avvenire nel rispetto del carattere religioso di manifestazioni "che - come ha scritto lo stesso vescovo - non sono cortei folcloristici, marce civili o spettacoli a soggetto religioso, ma riti con cui le comunità vogliono esprimere i propri sentimenti di devozione a Dio e di venerazione ai santi".

Ma anche attenzione alle responsabilità, che l'operazione religiosa comporta. Perciò "preavviso di 15 giorni al sindaco o al questore con segnalazione del percorso e del possibile numero di partecipanti" e una forte raccomandazione ai parroci "a stipulare obbligatoriamente una polizza assicurativa per la responsabilità civile che comprenda anche le celebrazioni all'esterno della chiesa, nonché le processioni e qualunque altra manifestazione a carattere religioso, promossa dalla parrocchia stessa".

Tra le raccomandazioni pratiche di padre Carboni "l'individuazione di percorsi non troppo lunghi e senza privilegiare passaggi obbligati dinanzi ad abitazioni prestabilite e, possibilmente, il percorso sia modificato di anno in anno per favorire maggior coinvolgimento della popolazione". Ancora d'estate evitare processioni sotto il sole, limitarsi ai confini parrocchiali e soprattutto "nel corso dell'anno le processioni non siano troppo frequenti, a discapito della vita liturgica e sacramentale".

Infine "non è consentito introdurre nuove processioni, cioè non legate alla tradizione e alle consuetudini ancora vive, senza l'autorizzazione del vescovo".
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