È “Città dell’olio”, quello che però quest’anno anche a Riola Sardo non c’è. Titolo che il Comune ha ricevuto anni fa per la qualità dell’oro verde prodotto negli uliveti delle campagne del paese, ma che non è servito per allontanare il drastico calo della produzione. Anche a Riola chi produce olio quest’anno registra numeri che fanno paura. Ma è in sofferenza tutto il Sinis. Il calo rispetto allo scorso anno, dicono i produttori, è del settanta per cento.

Manuela Corrias, una delle titolari dell’oleificio Corrias, a Riola Sardo, scatta una fotografia di ciò che sta accadendo: «È vero che questo è l’anno di scarica, nel senso che per la natura delle nostre piante è difficile avere per anni di seguito produzioni abbondanti. Ma è anche vero che le abbondanti piogge di maggio corso, mese della fioritura, non hanno aiutato. La batosta poi è arrivata con i sei mesi di caldo torrido. Noi ormai dipendiamo solo dal clima».

Franco Ledda, che ha oliveti sparsi in tutto il Sinis, parla di disastro tremendo: «La fioritura non c'è stata, e il risultato è chiaro: siamo davanti a un calo importante».

Dentro le macchine del frantoio “Fratelli Loi”, in via del Lavoro a Cabras, al giorno si contavano appena venti quintali di olive: «Solitamente si parla di 300 quintali al giorno - spiega Daniela Loi, una delle titolari - Quest’anno è un pianto». Arturo Carta è il titolare di due frantoi: «Quello di San Vero rimarrà chiuso. Quello di Nurachi è aperto ma per ora siamo in perdita. Non ricordo un’annata così». 

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