Prime risposte ai cittadini privi di assistenza sanitaria. Ha aperto infatti le porte questa mattina l’ambulatorio straordinario di comunità territoriale di Busachi: alle 10.30 dieci pazienti, alcuni dei quali provenienti dai paesi vicini, erano stati serviti dal dottor Alessandro Cabiddu, medico di continuità assistenziale. È da questo centro del Barigadu, un territorio che più di altri soffre la carenza di medici di famiglia, che i vertici della Asl di Oristano hanno scelto di presentare il progetto pilota degli Ambulatori straordinari di comunità territoriali (Ascot), la prima sperimentazione in Sardegna di un servizio che, grazie alla collaborazione di medici aderenti su base volontaria, sarà in grado di assicurare nell’immediato l’assistenza sanitaria di base ai cittadini che ne sono privi.  

La presentazione dell'Ascot (foto Orbana)
La presentazione dell'Ascot (foto Orbana)
La presentazione dell'Ascot (foto Orbana)

  

Presenti all’inaugurazione il manager Angelo Serusi, il direttore sanitario Antonio Maria Pinna e quella amministrativa Rosalba Muscas, il coordinatore dell’ufficio per l’integrazione ospedale territorio Alessandro Baccoli, i direttori dei distretti socio-sanitari di Ghilarza‑Bosa Sergio Obinu, Oristano Peppinetto Figus e Ales-Terralba Andrea Floris, il sindaco di Busachi Gianni Orrù, il consigliere regionale Domenico Gallus, in rappresentanza della commissione regionale Sanità, il presidente del Comitato di distretto di Ales-Terralba Francesco Mereu.

«Abbiamo elaborato questo progetto per tutelare un diritto, quello alla salute, garantito dalla Costituzione - ha detto il direttore generale della Asl 5 di Oristano Serusi -  Ci auguriamo  che sia una soluzione temporanea, ma in ogni caso siamo pronti a utilizzarla anche in altri territori, laddove fosse necessario, considerato che oggi solo un terzo delle sede carenti della Sardegna sono state assegnate».

«È un momento importante per la sanità locale – sono state le parole del direttore sanitario Pinna – perché riusciamo a dare una risposta concreta ai cittadini su un’esigenza importante, quale è quella del medico di famiglia». «Un’esperienza bellissima – l’ha definita il dottor Baccoli, che ha ideato il progetto – nata dal dialogo con le comunità locali e dalla sinergia con i distretti, condivisa con i sindacati per un verso e con la Regione per l’altro».  Regione che, ha voluto ricordare il consigliere regionale Gallus, «ha fornito il proprio contributo alla nascita di quest’iniziativa che andrà esportata in tutti i territori che vivono la carenza di medici di famiglia».

Parole di apprezzamento da parte del sindaco di Busachi, Orrù, che ha ringraziato da parte di tutti i cittadini privi di assistenza di base, e da quello di Ales, Mereu, che ha parlato di uno straordinario risultato frutto di un impegno eccezionale, che si augura possa essere esteso alla Marmilla.

Insieme alla struttura del Barigadu  hanno avviato oggi la loro attività anche gli Ascot di Nurachi, Simaxis, Uras e Villaurbana, mentre domani sarà la volta di Fordongianus, Samugheo, San Vero Milis, Tramatza e  venerdì toccherà ad Ardauli.  Dieci in tutto le sedi che la direzione della Asl 5 ha scelto di aprire in provincia, un numero che potrà variare in futuro in funzione delle esigenze del territorio.

Gli ambulatori straordinari resteranno infatti operativi fino all’arrivo di nuovi medici di famiglia, titolari o provvisori, e ne potranno essere aperti di nuovi nel caso in cui altri centri restassero privi di assistenza sanitaria di base. Al momento sono diciassette i medici di famiglia e di continuità assistenziale arruolati per coprire i turni delle dieci sedi operative. Negli Ascot, a cui  possono accedere esclusivamente i cittadini privi dell’assistenza del medico di famiglia residenti nell’ambito territoriale di riferimento, vengono garantite tutte le prestazioni fornite dai medici di base: prescrizioni mediche, visite urgenti e non urgenti, rinnovo di piani terapeutici, raccolta dei fabbisogni domiciliari (inserimento in ADI, attività domiciliari programmate, prestazioni integrative programmate), certificati di malattia e ogni altra prestazione riconosciuta dagli Accordi Collettivi Nazionali.

© Riproduzione riservata