Oristano, sequestrate 20.000 piante di marijuana per un milione di euro: tre denunce
Scoperta un’imponente coltivazione: stando ai documenti, la produzione era destinata a una società inglese senza autorizzazioniPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Avevano messo in piedi nello scorso mese di giugno un'imponente coltivazione nelle campagne dell’Oristanese con circa 20.000 piante di canapa, ma con Thc di gran lunga superiore allo 0,6% previsto dalla legge 242/2016 (che autorizza la coltivazione della marijuana sotto tale soglia). Eppure dichiaravano di essere in regola con le norme, tramite documenti non validi. Per questo, la Polizia ha denunciato tre coltivatori di 32, 40 e 51 anni, su disposizione del questore di Oristano. Si tratta dell’esito di indagini cominciate qualche mese fa, che ora arrivano a conclusione: il valore delle piante sequestrate è di quasi un milione di euro.
La coltivazione, estesa per diversi ettari, è stata monitorata con frequenza dagli agenti della Squadra Mobile già dallo scorso luglio. L’attività svolta ha permesso di individuare tutti i luoghi in cui i coltivatori trasportavano le piante e le stoccavano per l’essiccazione, per poi procedere a una prima lavorazione. Le indagini hanno interessato diversi comuni della Sardegna: in primis Oristano e Siamaggiore, ma anche Bottidda e Orani fra gli altri. Si tratta dei luoghi dove gli indagati avevano affittato i locali e dove, quando è arrivato il via libera per il sequestro, sono state recuperate recuperate migliaia di piante.
La produzione, secondo la documentazione fornita dai coltivatori, era destinata a una società inglese. Su di essa sono stati svolti degli accertamenti che hanno consentito di verificare come non avesse le necessarie autorizzazioni per poter lavorare la marijuana, contravvenendo così a una delle principali disposizioni previste dalla legge che dal 2016 permette la coltivazione della canapa sativa.
Questo, assieme a diversi contratti fittizi (creati appositamente per poter spostare le piante in giro per la Sardegna verso i vari luoghi di stoccaggio, eludendo i controlli delle Forze dell’Ordine), ha determinato il deferimento dei tre coltivatori e un decreto di sequestro che porterà a distruggere tutte le piante e il prodotto ricavato dalle stesse.
(Unioneonline/r.sp.)