Manifestano grande preoccupazione i consiglieri provinciali del Campo Largo dopo le prime riunioni della conferenza provinciale sul dimensionamento scolastico, che ha visto la partecipazione di amministratori locali, dirigenti scolastici e rappresentanti sindacali e datoriali. Laura Celletti, Angelo Masala, Federica Piras e Renzo Ponti esprimono una forte critica per quanto imposto, a loro dire, dal Governo Meloni, che prevede una drastica riduzione delle autonomie scolastiche in Sardegna.

«È un piano calato dall'alto - denuncia Laura Celletti - che ignora le specificità territoriali e le difficoltà delle scuole delle aree interne. Tagliare l'autonomia significa indebolire il presidio educativo proprio dove la scuola è più necessaria».

Il piano nazionale prevede la soppressione di nove istituzioni scolastiche nell'isola, con effetti potenzialmente devastanti anche nella provincia di Oristano, dove diversi istituti rischiano accorpamenti forzati e perdita di identità.

«Si tratta di un taglio ragionieristico — aggiunge Angelo Masala — che mette a rischio la qualità didattica, la partecipazione delle comunità e il diritto allo studio. La Provincia non può da un lato promuovere progetti contro la dispersione scolastica e dall'altro non schierarsi contro la riduzione dell'autonomia».

I dati parlano chiaro: la dispersione scolastica esplicita in provincia di Oristano si aggira intorno al 18%, mentre quella implicita, legata al mancato raggiungimento delle competenze di base, supera il 12%. Numeri tra i più alti d'Italia, che impongono una programmazione seria e basata su dati aggiornati.

«Per questo - sottolinea Federica Piras - proponiamo l'istituzione di un Osservatorio provinciale permanente sulla dispersione scolastica, coordinato da professionisti e aperto alla partecipazione di enti locali, scuole, università e soggetti sociali. Solo conoscendo i dati reali possiamo costruire risposte efficaci».

L'Osservatorio, secondo i consiglieri, sarebbe uno strumento stabile di monitoraggio e analisi, capace di fornire alle istituzioni strumenti concreti per valutare l'impatto delle politiche educative e programmare interventi mirati.

Nel mirino anche la proposta di un “istituto globale” a Bosa, che accorperebbe infanzia, primaria e secondaria di primo e secondo grado.

«Una scelta che accentua la logica dei tagli - affermano Celletti, Ponti, Masala e Piras - e va nella direzione opposta rispetto a una scuola di qualità, capace di valorizzare le differenze e rispondere ai bisogni di ogni fascia d'età».

Auspicano infine che la Provincia si faccia portavoce presso il ministero per fermare un pianoforte ritenuto ingiusto e aprire una nuova stagione di ascolto, analisi e progettazione.

«La scuola non è una spesa da contenere - concludono - ma un investimento da conoscere, sostenere e far crescere».

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