La Cassazione ha dichiarato inammissibili i ricorsi, confermando dunque le condanne all'ergastolo per Christian Fodde e a 30 anni di carcere per Riccardo Carta, due dei cinque imputati del branco che nel settembre 2018 fa uccise il 18enne di Macomer Manuel Careddu, attirandolo in una trappola sulle rive del lago Omodeo e poi infierendo su di lui con una pala e una piccozza. Per gli altri tre finiti a processo, tra i quali due minorenni all'epoca dei fatti, le condanne erano diventate definitive già dopo l'appello per la rinuncia dei loro avvocati all'ulteriore grado di giudizio in Cassazione.

Dopo l’omicidio il 18enne venne sepolto in un terreno e ritrovato solo un mese dopo.

Secondo quanto ricostruito dalle indagini, il delitto fu commesso per chiudere una contesa nata per questioni legate a un debito di qualche centinaio di euro di droga non pagata, soldi che Manuel Careddu aveva chiesto di riscuotere alla fidanzata di Fodde, allora minorenne.

Secondo le ricostruzioni processuali, è stata lei l'ideatrice del piano omicida insieme al suo ragazzo, esecutore materiale.

Una microspia, collocata per una precedente indagine sull'auto usata dal branco per portare il diciottenne nel luogo dell'esecuzione, rivelò agli inquirenti tutte le fasi dell'assassinio.

Quelle intercettazioni inchiodarono i quattro amici di Ghilarza (Oristano) e la ragazzina di Abbasanta (Oristano).

Non ancora 18enni all'epoca del delitto, Cosmin Nita e Giada Campus vennero condannati a 16 anni di cercare dal Tribunale dei Minori di Cagliari, sentenza confermata poi anche dalla Corte d'appello.

Per il quinto imputato, il maggiorenne Matteo Satta, fu decisa una pena di 16 anni e 8 e mesi in primo grado, confermata in appello e anche per lui, con la rinuncia alla Cassazione, è diventata definitiva.

(Unioneonline/l.f.)

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