«Chiediamo al Comune di Cabras, alla provincia di Oristano, alla Regione e alla presidente Todde di sospendere questa mattanza e fare ricorso a nuove politiche etiche ed efficaci di gestione della fauna selvatica». È la richiesta della Lav (Lega Anti Vivisezione) per proteggere i cinghiali nel Sinis, dopo quanto accaduto di recente con l'apparizione di diversi animali nella zona. Che – fra le altre cose – ha portato a un’ordinanza del sindaco di Cabras, Andrea Abis. «Una stagione venatoria extra a gentile concessione», il messaggio dell'associazione. «“Invasione dei cinghiali nel Sinis”: questo l’allarmismo creato e diffuso che piace a una sempre più esigua ed accanita minoranza di cacciatori, in maggioranza anziani come indicano le statistiche».

Lav ricorda come le «sparatorie scatenate in questi giorni nel Sinis» da plotoni di cacciatori abbiano intimorito turisti e abitanti. «Abbattimenti effettuati in notturna in prossimità di zone abitate. Il pericolo di incidenti che mettono a rischio l’incolumità delle persone è evidente», la nota. «Le doppiette come soluzione unica nel rapporto uomo-selvatici. Questo non è più accettabile dalla stragrande maggioranza dei cittadini nel 2025, contrari alla caccia e consapevolmente anche all’adozione di questo tipo di soluzioni cruente da parte delle amministrazioni nei confronti degli animali. Molti abitanti del Sinis hanno già manifestato la loro contrarietà a questo progetto. Madri e cuccioli semplicemente in cerca di un po' di cibo uccisi sul posto. Atti crudeli ed inaccettabili, spietatezza letale verso esseri senzienti inermi che cercano di sopravvivere».

Roberto Corona, responsabile Lav Cagliari, segnala: «A tutti gli animali va riconosciuto il diritto alla vita, i cinghiali sono esseri senzienti con relazioni affettive, un’organizzazione sociale, la voglia di vivere liberi e la capacità di soffrire, così come gli umani. Sono una specie demonizzata, capro espiatorio a cui vengono attribuiti danni causati dall’uomo e dall’antropizzazione delle aree boschive, alimentando paure infondate e costruendo allarmi mediatici col plauso del mondo venatorio». L'associazione ricorda anche dei dati: «Si parla di innumerevoli incidenti stradali causati dai cinghiali, eppure l'ultimo dato ufficiale del 2023 è di un solo caso nella sp6 di Cabras (fonte “Piano Operativo di Gestione e Controllo delle popolazioni di cinghiali nel territorio della Provincia di Oristano” 2023-26)».

Tra le soluzioni proposte dalla Lav, quella dei dissuasori d'attraversamento acustico-sonori: «Si sono rivelati molto efficaci in altre regioni, oltre ai passaggi e agli attraversamenti faunistici». Ma, soprattutto, la richiesta è di un qualcosa di «efficace e non cruento», come recinzioni elettrificate a basso voltaggio e – fra le opzioni a medio-lungo termine per la gestione dei selvatici – i vaccini immuno-contraccettivi. Come numeri, «i presunti grandi danni all’agricoltura imputati ai cinghiali sono stimati per tutta la provincia di Oristano in circa 40.000 euro annue (fonte “Piano Operativo di Gestione e Controllo delle popolazioni di cinghiali nel territorio della Provincia di Oristano” 2023-26)».

«Risposte alternative esistono, bisogna coglierle ed applicarle anziché creare paure con dichiarazioni di guerra alla fauna selvatica», prosegue Lav. «Uccidere gli individui di una specie eradicandola da un territorio non è etico né ecologico, la natura si evolve coi suoi equilibri nonostante le nostre interferenze. È necessario cambiare paradigma, non decidere antropocentricamente ed intervenire in maniera non specista riconoscendo a tutte le specie il diritto ad esistere e vivere in libertà, rispettandone l’etologia e le esigenze di sopravvivenza».

(Unioneonline/r.sp.)

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