Marisa Francescangeli «non è stata sospesa per un’Ave Maria in classe».

Il caso ormai è diventato nazionale e dopo le polemiche ha deciso di parlare Francesco Feliziani, direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale (Usr) della Sardegna.

Che risponde direttamente al presidente della Regione: «Non si è trattato di un provvedimento dettato da furia iconoclasta, come lo ha definito Solinas, ma di un iter garantista seguito dall’organo collegiale di competenza», spiega all’Adnkronos.

Ci sarebbero state diverse segnalazioni da parte di altri docenti e genitori sulle pratiche religiose che l’insegnante faceva svolgere ai bambini durante le lezioni.

Di lì è partita l’azione disciplinare: «Un atto dovuto – spiega Feliziani -, il dirigente scolastico trasmette le presunte violazioni all’Ufficio scolastico provinciale, che è costretto a portare avanti l’azione disciplinare. Alla fine l’Ufficio provvedimenti disciplinari verifica se ci siano state violazioni e le inquadra nel regolamento con le relative pene».

«Solinas, sicuramente in buona fede ma probabilmente d’impulso, ha criticato l’Usr, che però ha operato seguendo la procedura in maniera corretta e di ciò è stata data piena contezza al ministero. Competente sulla valutazione circa la sanzione irrogata non sono io, né il presidente della Regione o la stampa: può farlo, eventualmente, il giudice del lavoro».

(Unioneonline/L)

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