L’obbligo di lavarsi i piedi e le gambe prima di andare via dal litorale del Sinis ancora non c’è. Ma potrebbe arrivare presto. Il Comune di Cabras scende in campo ancora una volta per evitare di disperdere il quarzo bianco, il fiore all’occhiello della costa già troppo corteggiato dai ladri di sabbia. Come? Installando delle docce “intelligenti” e di ultima generazione. Un esperimento che sta per iniziare a pochi metri dall’acqua cristallina e non lontano dai parcheggi. È proprio a metà strada tra la riva del mare e le aree dove solitamente si parcheggia l’auto, quindi un tratto dove tutti transitano per forza per andare via, che gli operai comunali in questi giorni stanno installando delle docce in acciaio inox. Dopo aver eliminato quelle datate e arrugginite che molto spesso non funzionavano,  con tutte le proteste del caso.

Sono delle docce temporizzate che potranno essere utilizzate dai bagnanti per eliminare i granelli di sabbia che solitamente rimangono attaccati alla pelle. L’obiettivo è quello di far rimanere il quarzo nel Sinis. Ma non solo. Sono presenti anche dei lavapiedi dove, dopo la doccia, rimarrà la sabbia. Questo permetterà poi agli operai di riportare il quarzo in spiaggia.

«Si tratta di una strumentazione all'avanguardia e molto costosa, ma che abbiamo voluto fortemente per proteggere questa sabbia che abbiamo solo noi  - spiega ancora il sindaco di Cabras Andrea Abis - Spero che vengano rispettate. Oltretutto sono molte belle che da vedere». Ancora non è chiaro invece se ci sarà l'obbligo di utilizzo. Difficile che il sindaco emani un’ordinanza, visto che non esistono problemi di incolumità e sanità, ma in questi giorni è al lavoro per capire come agire per far utilizzare il più possibile le docce: «Mi servono ancora alcuni giorni per valutare con gli uffici dell’Area marina protetta del Sinis, la polizia locale e i barracelli come agire - spiega ancora il primo cittadino di Cabras - e quindi che tipo di provvedimento attuare». 

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