Il giorno del compleanno l’aveva immaginato diverso. Oggi Piero Carta non può abbracciare sua figlia ma i 14 anni di Chiara verranno ricordati e celebrati nella scuola della ragazzina, uccisa dalla mamma il 18 febbraio scorso a Silì. «Incontrerò i compagni di classe, staremo insieme per aiutarci a vicenda e ricordare Chiara. In suo nome vorrei fare del bene e aiutare gli altri, in particolare i giovani in difficoltà» ripete il sottufficiale della polizia locale che proprio ieri ha incontrato la Garante regionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza Carla Puligheddu per dare gambe al “Progetto Chiara”.

«La morte apre tanti interrogativi ma bisogna anche cercare di reagire e andare avanti», dice Piero Carta. «Vorrei che il nome di mia figlia continuasse a vivere, che la sua morte non sia stata vana ma possa servire da monito perché non si ripetano più simili fatti». L’uomo è pronto a portare la sua testimonianza fra i ragazzi e nelle scuole perché «questo è l’unico modo per continuare a far sorridere Chiara».

«Ci siamo chiesti cosa poter fare – spiega Puligheddu – e abbiamo pensato di iniziare un percorso da Chiara, da un evento tragico che ha toccato tutti noi. Un fatto emblematico della fragilità di certe situazioni e di come sia indispensabile cercare di prevenire».

Oggi intanto nella palestra di via Solferino dove Chiara si allenava ci sarà il primo memorial: un circuito di crossfit, con gli esercizi preferiti dalla tredicenne, che verranno eseguiti in contemporanea in tutte le palestre. L’istituto comprensivo 1, invece, come ha fatto sapere la dirigente scolastica Antonina Caradonna, sarà intitolato a Chiara e così anche la piazzetta della ludoteca di Silì dove la ragazzina portava ogni giorno la sua cagnolina Briciola.

Valeria Pinna

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