C'è attesa per l'autopsia che sarà eseguita sul corpo di Doddore Meloni, l'indipendentista di Terralba morto mercoledì mattina in ospedale, al Santissima Trinità, dov'era stato trasferito quattro giorni fa dal carcere di Uta dov'era stato rinchiuso il 28 aprile.

La storia del suo stato di salute e le decisioni giuridiche legate alle indicazioni medico-sanitarie di chi stava monitorando le conseguenze del lungo sciopero della fame attuato dal fondatore di Malu Entu, sono negli atti dell'ufficio di sorveglianza della Procura di Cagliari, firmati dal magistrato Daniela Amato.

Testualmente: "Secondo la relazione del 15 giugno del coordinatore sanitario dell'Istituto in cui è ristretto, il Meloni è stato preso in carico dal Presidio per la tutela della salute ed è ricoverato presso il Sa1, dove proseguono le indagini e le cure del caso. Meloni è lucido, ben orientato nei tre assi come descritto nella consulenza psichiatrica, ha dichiarato di attuare lo sciopero della fame e della sete".

Sostenitori di Meloni a Cagliari
Sostenitori di Meloni a Cagliari
Sostenitori di Meloni a Cagliari

GLI EFFETTI DELLO SCIOPERO - Il 15 giugno pesava 84 chili e 100 grammi, a dispetto del suo peso iniziale di 108 chili.

Il 13 giugno, quando è stato trasferito al Santissima Trinità, la diagnosi è stata di "astenia e vomito con segni di disidratazione in paziente in sciopero della fame e della sete".

IL RICOVERO - In ospedale era stato sottoposto a visita generale, radiografia addome, rx torace e "ha rifiutato - è scritto ancora negli atti - di proseguire l'idratazione".

È stato così dimesso con diagnosi di "rifiuto volontario di alimentarsi" in codice giallo.

Il leader indipendentista stava scontando una pena a 4 anni e 11 mesi per reati fiscali e falso: troppi per poter ottenere la custodia domiciliare.

NIENTE DOMICILIARI - Insomma, né la giurisprudenza né il "Decreto Previti" è stato possibile da applicare, né il parere dei medici ha favorito la scarcerazione.

Le sue condizioni generali "costantemente monitorate e adeguatamente fronteggiate" - dicono ancora gli atti - "non determinano una situazione di incompatibilità con il regime carcerario. Esse risentono della malnutrizione indotta dal suo comportamento alimentare sostenuto da atteggiamenti rivendicativi e oppositivi".

Secondo i medici, insomma, Doddore Meloni non versava in pericolo di vita. ma intanto un'inchiesta è stata aperta per far luce sul caso.

Andrea Piras

GLI APPROFONDIMENTI: (A cura di Redazione Online)

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IL SERVIZIO DI VIDEOLINA del 5 luglio 2017:

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