Un problema cardiaco aveva costretto la donna a farsi operare nell'ospedale di Oristano alla fine di maggio.

Kera Koleva, 79 anni compiuti proprio oggi, era arrivata dalla Bulgaria nello scorso dicembre insieme alla figlia, assistente di un'anziana ad Oristano. Sarebbe dovuta ripartire a marzo, ma il lockdown l'aveva bloccata in Sardegna.

Qualche giorno dopo si era sentita male; pressione bassa e frequenza cardiaca a 30. Due giorni dopo essere stata visitata al pronto soccorso era stata sottoposta urgentemente ad un intervento chirurgico per l'installaziine di un pacemaker.

"Se non ci fosse stato il Covid oggi sarei sicuramente morta - racconta Kera Koleva, rientrata lo scorso luglio nella sua città Bulgara di Burgas - prima di partire in Italia il medico mi aveva dato delle medicine senza accorgersi però della gravità della situazione".

Oggi Kera Koleva sta benissimo ed ha ripreso anche ad accudire il suo piccolo giardino a ridosso del Mar Nero.

"Sono rinata grazie ai medici del reparto di Cardiologia di Oristano - racconta la donna - voglio ringraziare tutto il personale per avermi salvata; medici, infermieri assistenti: sono stati seri e premurosi. In quegli otto giorni mi hanno trattato come una sorella. Ora attraverso mia figlia ho saputo del momento difficile che vive l'ospedale San Martino, senza personale e con pochi medici. L'assistenza sanitaria italiana e un'eccellenza e va salvaguardata. Tenetevela ben stretta. Quell'intervento non avrei potuto permetterlo in Bulgaria, qui costa almeno 7mila euro. Grazie Oristano".
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