Non sappiamo se la storia farà di te un martire dell'indipendentismo, come l'irlandese Bobby Sands, il tuo riferimento. Di sicuro, caro Doddore, sulla terra di Sardegna hai lasciato un segno del tuo passaggio. Sands morì in carcere, rifiutando il cibo. Tu, testardo come uno scoglio di Malu Entu, hai voluto fare la stessa fine.

"La galera non è una sconfitta. Anzi: sto vincendo io. Ho 74 anni, mi dovete mantenere in vita se volete che sconti tutti gli anni che mi contestate".

L'avevi detto in tv, a Tcs, prima dell'arresto. I tuoi cari sapevano che l'avresti fatto, per questo hanno urlato allo Stato di fermarti. Lo Stato non l'ha capito. Pensava a un altro colpo di teatro. Come quando, con i Quattro Mori, nel giorno in cui l'Italia festeggiava i 150 della sua unità, il 17 marzo 2011, ti infilasti lassù, tra la neve di Punta La Marmora. Anzi scusa, Punta Ampsicora. Questa volta no, non era uno scherzo .

"Non c'è prigione se il tuo pensiero è libero", dicevi. "Tanti credono di essere liberi e sono prigionieri anche di se stessi. Gente che aspetta di morire. Morirò anche io, ma morirò combattendo". Eri un gran rompipalle, Doddore. Quanti sms, quante mail, gli agguati sotto la redazione. Sempre con quel tuo chiodo fisso.

"Tutti hanno la loro festa dell'Indipendenza, i sardi no". Noi abbiamo solo Sa Die, il 28 aprile. Il giorno prima ("In Italia le cose non succedono mai per caso", dicevi) era diventata definitiva una condanna a tuo carico, cumulo di pena per reati fiscali.

E così il giorno di Sa Die - l'avevi annunciato ai giornalisti - ti sei diretto verso il carcere per consegnarti. Ti hanno voluto arrestare in mezzo alla strada, a due passi da Massama. Ma tu forse già lo sapevi. O ci speravi: che figura hai fatto fare allo Stato. Mi piace ricordare il tuo orgoglio quando, due anni fa, festeggiasti il settimo anniversario della Repubblica di Malu Entu: "A pranzo ci sarà anche il segretario del Partito sardo d'Azione! Vedrai, questo popolo saprà riscattarsi".

Ciao Doddore, adiosu. Ci mancherai.
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