A dieci anni dal devastante incendio che ha colpito il territorio di Ghilarza e dove ha perso la vita l’allevatore Ubaldo Miscali, il Consiglio comunale ha voluto ricordare quei tragici fatti con un documento proposto all’aula dall’assessora Paola Flore. L’idea è quella di intitolare una via o una piazza o una struttura comunale a Ubaldo Miscali, morto dopo giorni d’agonia. Aveva tentato di mettere in salvo il bestiame.

Facendo riferimenti agli incendi che anche quest’anno stanno devastando l’Isola, è stato evidenziato: «Anche Ghilarza ha avuto i suoi danni e i suoi morti per colpa di questo flagello che la Sardegna si porta appresso da secoli. A dieci anni da quei tragici eventi è doveroso ricordare ai nostri concittadini e a tutti i sardi una delle giornate più tristi per la nostra comunità», ha ricordato l’assessora. E ha proseguito: «Verso le 12 del 7 agosto del 2013, un vasto incendio, partito dal confine con un paese limitrofo, agevolato dal forte vento e dalle temperature torride, investiva le campagne di Ghilarza, devastando e mandando in cenere l’80% del territorio del nostro paese e lambendo anche alcune case situate nelle periferie. L’incendio, di natura dolosa, ha distrutto circa 44 km quadrati di territorio, su un totale di 55. Quasi tutto il territorio mandato in cenere», dice Flore, «era di proprietà privata. Le fiamme alte più di 30 metri venivano domate solo l’indomani pomeriggio. I danni materiali alle campagne e alle aziende sono stati incalcolabili, ma il danno maggiore che la nostra comunità ha dovuto subire è stata la perdita di una vita umana, quella di Ubaldo Miscali, che nel tentativo di mettere in salvo il suo bestiame è stato investito dalle fiamme ed è deceduto dopo 24 giorni di agonia».

L’aula ha quindi ricordato Miscali che «con coraggio non ha esitato a buttarsi in mezzo alle fiamme pur di salvare il suoi animali. Vittima di una mano assassina ma anche vittima del lavoro. Quel lavoro che lui svolgeva con abnegazione, per il quale ha dato la vita pur di salvare i suoi animali e il suo capitale. Ubaldo è da ricordare come esempio di attaccamento alla sua professione di allevatore, dedito ai quei sacrifici che ogni lavoratore della campagna affronta quotidianamente e anche per la sua grande umanità».

Da qui la volontà di intitolargli una via o una piazza o una struttura comunale. In Consiglio è stato anche ricordato che, nonostante sia stato dichiarato lo stato di calamità, nessuna risposta è attivata dagli organi competenti. «Di quei tragici momenti», è stato evidenziato, «ricordiamo la solidarietà degli allevatori sardi, che da tutte le parti della Sardegna hanno donato parte del loro provviste di fieno per aiutare le aziende agricole ghilarzesi colpite».

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