Poche ore e una famiglia con due bambini piccoli finirà per strada. Per loro uno sfratto esecutivo, rinviato da tempo. La famiglia ha chiesto una sistemazione provvisoria al Comune di Ghilarza che però non ha abitazioni disponibili e ha già pagato 5 mesi di affitto per far slittare lo sfratto di qualche tempo. Tempo che si è rivelato insufficiente a trovare una nuova casa.

«Appena scoprono che siamo stranieri e che siamo stati sfrattati ci chiudono le porte in faccia», spiega un marocchino, padre di un bimbo di tre anni e mezzo e di una bambina di un anno. Accanto alla moglie racconta il loro dramma. «Abbiamo dato dei numeri di case in affitto all'assistente sociale, hanno provato a chiamare anche dal Comune ma nessuno in zona è disposto ad affittarci un appartamento. Eppure siamo cittadini italiani. Sono in questa casa dal 2009, ho sempre pagato l'affitto: 300 euro al mese. Poi nel febbraio del 2017 ho smesso di farlo inviando una lettera al proprietario e chiarendo che non avrei più pagato se non avesse sistemato gli infissi. Sono malandati, entra tantissima aria e i bambini si ammalano... Poi siamo partiti in Marocco e quando siamo rientrati a gennaio dello scorso anno abbiamo trovato lo sfratto».

L'uomo prosegue: «Al Comune prima di questa situazione non avevo mai chiesto niente. Per cinque mesi ci hanno pagato l'affitto, ora ci propongono sino al primo aprile di spostarci in un Bed&breakfast ma solo dalle 20 sino alle 8: ma come si fa con due bimbi? Io sono stato inserito nel Reis, sono disposto a pagare un affitto ma non trovo casa. L'alternativa è di mettere mia moglie e i bambini in un istituto. Ma siamo una famiglia e chiediamo una soluzione per tutti».

Già mercoledì e sabato scorso si è tentato di procedere allo sfratto, rinviato però a oggi.

«Abbiamo fatto tutto quello che potevano fare - spiega il sindaco Alessandro Defrassu - Il Comune non ha case disponibili, quella che si è liberata è di Area e ci sono una ventina di persone in attesa».
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