"Anche se strutturalmente di nuovissima generazione, il carcere di Massama resta ancorato a vecchi metodi educativi che, come ben sappiamo, sono risultati fallimentari. La situazione all'interno del penitenziario risulta certamente inadeguata alla costruzione di un uomo veramente nuovo. Quando vengono a mancare le opportunità di trattamento, anche le autorità dirigenti finiscono per ricadere nel baratro dell'inconsapevolezza. Impossibilitati ad esprimere un parere in scienza e coscienza, sull'osservazione della personalità dell'individuo e sul percorso da questi intrapreso".

La denuncia arriva da Massama e porta la firma del classificato ad alta sorveglianza A. E., che ha voluto rendere pubblica la situazione all'interno della struttura, scrivendo, anche per conto degli altri 230 detenuti, una lettera che ha inviato alle autorità e a Papa Francesco.

"Nell'istituto di Massama, oltre ai lavori domestici, sottopagati e che non consentono di provvedere al proprio sostentamento, vi è una forte discriminazione rispetto alle altre mansioni che i detenuti potrebbero svolgere. Fermo restando che restano esclusi i ristretti in AS1, non si capisce - chiede A.E. - perché non vengano ammessi a queste mansioni (cucinieri, lavapiatti oppure elettricisti, muratori, imbianchini) i detenuti in AS3, cui la stessa Amministrazione centrale concede la possibilità. Non vi sono interazioni con la comunità esterna, che pure dimostra una certa sensibilità nei confronti del carcere".

A rendere pubblica la missiva è stata Maria Grazia Caligaris, presidente dell'Associazione socialismo diritti Riforme: "L'elenco delle criticità riguarda anche il mancato rispetto della territorialità della pena, della continuità trattamentale da una struttura all'altra, il peso della burocrazia interna, le difficoltà di fruire di fotocopie e di utilizzare la palestra. Deficitari anche il servizio postale, con gravi ritardi nella spedizione e consegna di lettere e pacchi, nonché quello sanitario soprattutto relativamente alla distribuzione degli antidolorifici. Vi è poi la questione dell'assenza del regolamento d'istituto".

La Direzione, specificamente interpellata sulle problematiche, ha espresso amarezza rispetto alle richieste sulle iniziative culturali. "Abbiamo attivato - ha precisato il direttore Pierluigi Farci - complessivamente cinque corsi di scuola superiore, oltre alla scuola media di primo grado e a quello dei privatisti con i docenti volontari dell'Istituto di Agraria. L'anno prossimo i corsi saranno addirittura almeno 8 se non nove".
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