Sangue e lacrime. Cinque croci in appena otto giorni è una dato che non si registrava da tempo. Il teatro delle stragi è lo stesso: le strade dell'Oristanese, sempre più pericolose tra segnaletica inesistente, buche che sembrano voragini, incroci a raso non indicati, mancanza di dossi e illuminazione da terzo mondo.

Ma c'è anche la distrazione durante la guida a causa ad esempio dell'utilizzo del cellulare. E poi la cintura che per tanti, troppi, è ancora un optional. La morte di cinque persone in un settimana è una dato che fa riflettere, che apre in maniera drammatica una vertenza sulle strade della provincia.

Roberto Piredda (foto Pinna)
Roberto Piredda (foto Pinna)
Roberto Piredda (foto Pinna)

Il dirigente della polizia stradale della provincia di Oristano Roberto Piredda fa il punto alla luce degli ultimi incidenti mortali avvenuti. "É vero, è un dato che fa riflettere, ma dal mio punto di vista il numero dei decessi in appena una settimana è una coincidenza, anche perchè la situazione delle strade non è cambiata negli ultimi giorni, non è più grave di prima insomma. Il vero problema è sempre di più legato alle azioni umane sbagliate. Le strade pericolose ci sono sempre state, aumentano invece i comportamenti sbagliati durante la guida. In tanti violano le pochissime norme che bisogna rispettare quando uno è in auto. Purtroppo - va avanti Piredda -, la distrazione è la causa della maggior parte degli incidenti. Poi c'è la guida in stato di ebrezza e il non utilizzo della cintura che invece ha la capacità di salvarci la vita".
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