La furia delle onde era paurosa sul litorale di Is Arenas. E la prima domenica di luglio si è trasformata in tragedia: un sessantenne è morto nel tentativo di salvare dal mare in burrasca il figlio della sua compagna, un ragazzino di 11 anni. Un gesto eroico che è costato la vita a Carlo Luglié, oristanese di 59 anni, docente all’Università di Cagliari. Fuori pericolo il ragazzino che è stato soccorso e accompagnato all’ospedale per ulteriori accertamenti.

La tragedia

Forte maestrale e acque molto agitate, ma in riva c’era qualcuno che ha azzardato qualche tuffo nonostante le onde molto alte (anche oltre quattro metri). Intorno alle 18 il ragazzino si trova in difficoltà, non riesce a tornare a riva. Carlo Luglié si tuffa per cercare di aiutarlo: lo raggiunge, ma la corrente è fortissima e le onde non danno tregua. Scatta l'allarme, dalla spiaggia vengono allertati i soccorsi e la capitaneria di porto. La motovedetta arriva in pochi minuti. I due vengono portati a riva e ad affidati alle cure del 118: le condizioni di Luglié sembrano subito gravi, tentano di rianimarlo, poi un malore fatale dovuto presumibilmente allo sforzo immane contro le onde.

La commozione

Lugliè era molto conosciuto a Oristano dove per anni aveva insegnato al liceo classico De Castro e a Cuglieri, paese di origine della sua famiglia. Da anni ormai insegnava all’Università di Cagliari, al Dipartimento di Lettere, lingue e beni culturali. Persona nota nel panorama culturale isolano, in particolare per le sue competenze in archeologia.

I rischi

La tragedia di ieri conferma la grande pericolosità del mare di Is Arenas, dove non è ancora partito il servizio di salvamento (come nel resto della costa oristanese).

Il cordoglio

«L'Università di Cagliari è profondamente addolorata per la tragica notizia della scomparsa di Carlo Lugliè, docente di Preistoria e protostoria che ha formato con passione generazioni di studenti e studentesse. Tutto l’ateneo si stringe attorno alla famiglia del docente, unendosi al suo immenso dolore per la perdita di uno stimato collega e di una persona buona e coraggiosa», si legge in un post su Facebook dell’Università cagliaritana.

Valeria Pinna

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